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Covid 19

I colpi di tosse possono rovinare le mascherine e far “viaggiare” le goccioline fino a 1 metro

Grazie a sofisticati modelli in grado di simulare i colpi di tosse, i due scienziati Talib Dbouk e Dimitris Drikakis dell’Università di Nicosia (Cipro) hanno dimostrato che quelli ripetuti e violenti possono danneggiare il tessuto filtrante delle mascherine, permettendo al droplet di viaggiare fino a un metro di distanza.
A cura di Andrea Centini
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I colpi di tosse ripetuti possono deteriorare le mascherine, compromettendo la capacità filtrante del dispositivo e permettendo alle goccioline di saliva (il cosiddetto droplet) di viaggiare fino a un metro di distanza. Ciò mette in evidenza l'importanza del rispetto del distanziamento sociale per spezzare la catena dei contagi della COVID-19, l'infezione provocata dal coronavirus SARS-CoV-2. Curiosamente, in Italia la distanza minima prevista è proprio di un metro, mentre in altri Paesi si può arrivare a 1,5 metri o a quasi 2 metri.

A determinare l'impatto dei colpi di tosse sulle mascherine chirurgiche sono stati i due scienziati Talib Dbouk e Dimitris Drikakis dell'Università di Nicosia, Cipro, che si sono avvalsi di un complesso modello di fluidodinamica tridimensionale, in grado di valutare con precisione gli effetti di molteplici fattori coinvolti nei colpi di tosse. I due scienziati hanno anche creato uno strumento che li replica in modo certosino, grazie al quale è stato possibile calcolare le traiettorie e le dinamiche delle goccioline espulse.

Com'è noto, la principale via di trasmissione del coronavirus SARS-CoV-2 è rappresentata proprio dal droplet contaminato, ovvero dalle goccioline che espelliamo – assieme agli aerosol – quando tossiamo, starnutiamo o semplicemente parliamo. Attraverso i sofisticati modelli messi a punto, Dbouk e Drikakis hanno scoperto che le “scariche” di colpi di tosse violenti sono sufficienti ad allargare le maglie dei tessuti delle mascherine chirurgiche, spianando così la strada a parte del droplet, che può dunque raggiungere l'ambiente esterno. Sebbene alle persone con sintomi respiratori sia richiesto  di stare a casa, il fattore del deterioramento del DPI potrebbe essere sottovalutato da chi, ad esempio, deve assistere un malato che indossa regolarmente la mascherina ma tossisce spesso.

Grazie a modelli informatici simili a quelli utilizzati per questa ricerca, alcune settimane addietro i due scienziati ciprioti hanno pubblicato un altro studio (On coughing and airborne droplet transmission to humans) nel quale è stato dimostrato che un leggerissimo venticello (dai 4 ai 15 chilometri orari) è sufficiente per far viaggiare fino a 6 metri le goccioline espulse dalla bocca, dopo deboli colpi di tosse. Ora sappiamo che i colpi di tosse violenti possono rappresentare un rischio anche quando la mascherina chirurgica è correttamente indossata. I dettagli del nuovo studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Physics of Fluids.

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