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Covid 19

Farmaco antitumorale migliora respirazione e infiammazione nei pazienti gravi con coronavirus

Un team di ricerca americano guidato da scienziati del National Cancer Institute di Bethesda ha dimostrato che un farmaco antitumorale – l’Acalabrutinib – può essere efficace nel trattamento dei pazienti gravi con COVID-19, l’infezione provocata dal coronavirus SARS-CoV-2. Dopo la somministrazione sono migliorate sia la respirazione che lo stato infiammatorio.
A cura di Andrea Centini
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Un farmaco antitumorale sembra essere efficace nel contrastare la forma grave della COVID-19, l'infezione provocata dal coronavirus SARS-CoV-2. Si tratta del principio attivo Acalabrutinib, un inibitore della tirosina chinasi di Bruton (Bruton's tyrosine kinase – BTK) di seconda generazione. Normalmente il medicinale viene somministrato nel trattamento di alcuni tumori del sangue, come una rara forma di linfoma non-Hodgkin chiamata “linfoma mantellare” (MCL).

A scoprire la sua potenziale efficacia contro il patogeno emerso in Cina è stato un team di ricerca americano guidato da scienziati del Lymphoid Malignancies Branch presso il National Cancer Institute di Bethesda, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID), del St. Peter’s Hospital di Albany, del Walter Reed National Military Medical Center del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, dell'azienda biofarmaceutica AstraZeneca e di numerosi altri centri di ricerca. Gli scienziati, coordinati dal professor Mark Roschewski, hanno deciso di testarlo su 19 pazienti gravi con COVID-19 in modalità “off label” (fuori etichetta), poiché il suo principio di azione suggeriva possibili benefici contro le complicanze della malattia.

Com'è noto da diversi studi clinici, tra le conseguenze peggiori della COVID-19 figura la cosiddetta “tempesta di citochine”, una reazione immunitaria spropositata che produce un elevatissimo numero di citochine proinfiammatorie – la cosiddetta Interleuchina-6 (IL-6) – che invece di aiutare l'organismo a combattere il virus può determinare gravi insufficienze d'organo e persino la morte. A livello dei polmoni, può innescare la Sindrome da distress respiratorio acuto o ARDS (Acute respiratory distress syndrome), una condizione caratterizzata da lesioni al tessuto polmonare con versamento di fluidi infiammatori. L'antitumorale Acalabrutinib è un inibitore di una proteina che regola la funzione dei macrofagi, a loro volta responsabili della produzione delle citochine; è proprio per questa ragione che il professor Roschewski e i colleghi hanno deciso di sperimentare il medicinale per contrastare la “tempesta di citochine” causata dalla COVID-19.

Hanno testato il medicinale su 19 pazienti gravi contagiati dal coronavirus, tutti ricoverati in ospedale con bassi livelli di ossigeno e un evidente stato infiammatorio; 11 di essi hanno ricevuto ossigeno supplementare, mentre in 8 sono stati intubati nel reparto di terapia intensiva, per un tempo medio di 1,5 giorni (fino a un massimo di 22). Dopo la somministrazione dell'Acalabrutinib, la maggior parte dei pazienti “ha manifestato un calo sostanziale dell'infiammazione e la respirazione è migliorata”, come si legge in un comunicato stampa rilasciato dagli autori dello studio. 8 degli 11 pazienti trattati con ossigeno supplementare hanno superato la malattia e sono stati dimessi, così come 4 degli 8 sottoposti a ventilazione polmonare (due dei quali dimessi).

Esami di laboratorio hanno mostrato che dopo il trattamento col farmaco antitumorale sono calati i livelli di Interleuchina-6, mentre è migliorata la concentrazione di globuli bianchi (la leucopenia, cioè la carenza di globuli bianchi, è associata a prognosi peggiore nella COVID-19). I risultati dello studio “Inhibition of Bruton tyrosine kinase in patients with severe COVID-19” pubblicato sull'autorevole rivista scientifica Science Immunology suggeriscono l'efficacia dell'Acalabrutinib, ma devono essere confermati in uno studio con un numero più ampio di pazienti, controllato e randomizzato. Altri studi hanno confermato l'efficacia dell'anticorpo monoclonale Tocilizumab nel contrasto alla tempesta di citochine innescata dalla COVID-19.

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