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Covid 19

Drammatico aumento dei decessi tra anziani per il coronavirus: grafici mostrano confronto col 2019

Nell’ultimo report del Sistema di sorveglianza della mortalità giornaliera (SISMG), che mostra i decessi fra la popolazione anziana settimana dopo settimana facendo riferimento a 19 città campione, si osserva una brusca impennata nei grafici a partire dall’inizio di marzo. Il tracciato evidenzia chiaramente l’impatto della diffusione del coronavirus, soprattutto in relazione a quanto registrato nel 2019.
A cura di Andrea Centini
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Da quando la pandemia di COVID-19 (l'infezione scatenata dal coronavirus SARS-CoV-2) ha iniziato a dilagare anche nel nostro Paese, il numero di decessi associati alla malattia si è impennato giorno dopo giorno, arrivando ad oggi, mercoledì 1 aprile, alla drammatica cifra ufficiale di 12.428, come indicato nell'ultima conferenza stampa della Protezione Civile e sulla mappa interattiva messa a punto dagli scienziati dell'università americana Johns Hopkins. Si tratta fra l'altro di un numero molto sottostimato, come specificato a fanpage dal professor Federico Ricci-Tersenghi, dato che nelle città più colpite dal virus il numero di morti dovrebbe essere moltiplicato per un fattore 2,5 (ad esempio a Bergamo) o addirittura di 4. Del resto nella statistica “ufficiale” non rientrano le persone che muoiono nelle abitazioni private, un dettaglio da non trascurare in termini squisitamente numerici.

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A morire di COVID-19 non sono soltanto le persone anziane e con comorbilità (più patologie), come dimostrano i casi drammatici del diciannovenne Luca di Nicola deceduto a Londra, del trentacinquenne Emanuele Renzi morto a Roma, della sedicenne francese Julie o dei tanti medici italiani caduti durante la battaglia contro il coronavirus, ma è certo che le fasce di età più colpite – letteralmente falcidiate – dal patogeno sono quelle più in avanti con gli anni. A evidenziare il picco di mortalità tra gli italiani over 65 in associazione alla diffusione del coronavirus vi sono i grafici del Sistema di sorveglianza della mortalità giornaliera (SISMG) gestito dal Dipartimento di Epidemiologia SSR Lazio – Asl Roma 1 per conto del Ministero della Salute, in seno al progetto “Piano Operativo nazionale per la prevenzione degli effetti del caldo sulla salute”. Il rapporto viene messo a punto dagli esperti di epidemiologia settimana dopo settimana, e si basa sui dati relativi ai decessi di chi ha un'età uguale o superiore ai 65 anni e risiede in 19 città campione, fra le quali figurano Torino, Milano, Brescia, Venezia, Bologna, Genova, Perugia, Roma, Bari, Potenza, Messina e Palermo.

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Nell'ultimo report pubblicato, nel quale si fa riferimento alla settimana compresa tra l'8 e il 14 marzo, ovvero l'undicesima del 2020, si nota un incremento sensibile nei decessi. “La mortalità nella popolazione anziana (65+ anni) è stata significativamente superiore all’atteso”, si legge all'inizio del documento. L’analisi mostra lo stesso risultato per le tre classi di età prese in esame: 85+ anni; 75-84 anni e 65-74 anni. Nei grafici si nota chiaramente come a partire dall'inizio di marzo il tracciato si impenni in maniera vertiginosa, superando di gran lunga la sezione relativa agli ultimi mesi del 2019 (a partire da ottobre), e ai primissimi del 2020.

Per tutte le fasce di età prese in esame viene superato il cosiddetto intervallo di confidenza. Nel caso della classe classe generica “Over 65” si nota un decremento dei decessi tra la quarta e la nona settimana del 202, attestandosi nell'intervallo tra 200 e 250 a settimana, mentre tra la decima e l'undicesima – quando il coronavirus ha iniziato a uccidere le persone contagiate – si osserva un'impennata che li proietta oltre quota 250, in direzione 300. Sono grafici intuitivi che mettono in evidenza quanto è drammatico l'impatto del coronavirus sulle fasce di età più suscettibili, benché ancora non sia chiaro quale sia l'effettivo tasso di mortalità della COVID-19.

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