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Covid 19

Doppio trapianto salva la vita a paziente Covid con polmoni completamente distrutti dall’infezione

Un sessantunenne canadese contagiato dal coronavirus SARS-CoV-2 è stato salvato grazie a un trapianto doppio di polmone. I suoi organi respiratori, infatti, erano stati irrimediabilmente danneggiati dalla COVID-19; solo con un simile intervento sarebbe stato possibile salvargli la vita. Fortunatamente non aveva comorbilità e altre condizioni che avrebbero reso impossibile la delicatissima operazione.
A cura di Andrea Centini
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Un uomo di 61 anni è stato sottoposto a un doppio trapianto di polmone a causa della COVID-19, l'infezione provocata dal coronavirus SARS-CoV-2. L'impatto della malattia è stato talmente devastante che i suoi polmoni si sono irrimediabilmente danneggiati, e l'unico modo per salvargli la vita era attraverso il complesso intervento chirurgico, portato a termine da un'equipe medica canadese dell'University Health Network. Si è trattato di uno dei pochissimi trapianti di polmoni eseguiti a causa della COVID-19, poiché la stragrande maggioranza dei pazienti colpiti dalla forma grave della patologia, a causa delle comorbilità sottostanti, della diffusione dell'infezione e dell'età avanzata, non possono essere sottoposti a un'operazione così invasiva e delicata, che richiede un lunghissimo tempo di riabilitazione e un organismo “forte” in grado di sostenerla.

Com'è noto, tra le complicazioni potenzialmente fatali della COVID-19 vi è una polmonite bilaterale interstiziale, che può essere aggravata in modo significativo dalla cosiddetta “tempesta di citochine”. Si tratta di una risposta esagerata del sistema immunitario che può inondare di liquido infiammatorio i polmoni, dando vita alla sindrome da distress respiratorio acuto o ARDS. Questi processi possono danneggiare a tal punto gli organi respiratori da renderli non funzionali in modo permanente, uccidendo così i pazienti. Nel caso del sessantunenne canadese, il signor Timothy Edwards Sauvé, è stato tuttavia possibile intervenire col trapianto per prevenire il decesso. Tutto iniziò nel dicembre del 2020, quando l'uomo fu contagiato dal coronavirus. All'inizio sperimentò i sintomi di un raffreddore, ma in pochi giorni si aggravò a tal punto da sviluppare una polmonite e fu necessario il ricovero in ospedale. La COVID-19 fu talmente aggressiva che venne sottoposto alla ventilazione meccanica, ma anche questo intervento non fu sufficiente. Una volta trasferito al General Hospital dell'University Health Network fu infatti sottoposto alla ECMO (Ossigenazione Extracorporea a Membrana), un'avanzata procedura di circolazione extracorporea utilizzata in terapia intensiva; in parole semplici, si tratta di una macchina che pompa e ossigena il sangue del paziente per fornire supporto polmonare.

Le radiografie toraciche mostrarono tuttavia segni di danni irrimediabili. L'uomo non sarebbe sopravvissuto nel caso in cui fosse stato staccato dalla macchina, anche dopo aver superato l'infezione. “Poche settimane dopo aver eliminato il virus, era molto evidente dalle scansioni che i polmoni del signor Sauvé erano gravemente e permanentemente danneggiati e che non si sarebbero ripresi. La sua unica possibilità di sopravvivenza sarebbe stata quella di ricevere un trapianto”, ha dichiarato in un comunicato stampa il dottor Marcelo Cypel, direttore del reparto di Chirurgia presso il Centro trapianti di Ajmera e a capo del team che ha eseguito il trapianto. Come spiegato dai medici che hanno eseguito l'operazione, il paziente era un “candidato ideale” per ricevere il trapianto, dato che non aveva altre comorbidità e nessun altro organo era stato influenzato in modo significativo dall'infezione. Durante l'ECMO, inoltre, era sveglio e poteva capire tutte le implicazioni e i rischi di un intervento delicatissimo come il doppio trapianto di polmoni.

“Il trapianto non è una cura per la COVID”, ha infatti chiosato il dottor Shaf Keshavjee, che dirige Toronto Lung Transplant Program. “Data la natura della COVID, il trapianto è consigliato solo in condizioni eccezionali, dove i polmoni sono veramente distrutti dalla malattia senza speranza di guarigione, e il paziente è abbastanza forte da sottoporsi a un trapianto di polmoni”, ha aggiunto l'esperto. Come indicato, il signor Sauvé ha superato con successo l'intervento grazie a un donatore compatibile, e ora è impegnato nel lunghissimo percorso di riabilitazione. “È stato un bel viaggio e sono molto grato al mio team medico e al mio donatore”, ha dichiarato il paziente. “Ero in ottima forma fisica, quindi non avrei mai pensato che mi sarei ammalato così tanto a causa della COVID. Ancora non mi sembra vero, e spero che la mia storia mostri alla gente quanto possa essere pericolosa questa malattia”, ha aggiunto Sauvé, tra i pochi pazienti che hanno potuto superare una forma così devastante dell'infezione.

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