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Cos’è il devastante incendio “Bootleg Fire” e perché è stato scatenato dai cambiamenti climatici

In questi giorni sul territorio dell’Oregon sono presenti oltre ottanta devastanti incendi. Uno di essi, soprannominato “Bootleg Fire”, è tra i più grandi nella storia dello Stato americano e ha già devastato un’area di 1.600 chilometri quadrati, pari a Roma e Venezia messe assieme. Ecco perché è stato scatenato dai cambiamenti climatici e perché forse l’uomo non basterà per domarlo.
A cura di Andrea Centini
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L'infernale cupola di calore che tra la fine di giugno e l'inizio di luglio ha colpito il Nord America, uccidendo centinaia di persone e oltre un miliardo di animali marini tra Canada e Stati Uniti, ha dato vita a un ulteriore catastrofico fenomeno: il Bootleg Fire. Si tratta di uno dei più grandi incendi nella storia dell'Oregon, iniziato il 6 luglio scorso nel cuore della nella foresta nazionale di Fremont-Winema (al confine con la California) e trasformatosi in un mostro distruttivo che ha costretto migliaia di persone ad abbandonare le proprie case. Secondo gli organi di stampa americani quelle incenerite dalle fiamme sono state un'ottantina, assieme a 120 tra capannoni, garage, depositi e altre strutture minori. In base agli ultimi dati del sito governativo del Servizio Forestale USA "InciWeb", al momento il Bootleg Fire si trova a 45 chilometri a Nord Est di Klamath Falls, capoluogo della contea di Klamath con oltre 20mila abitanti. L'incendio nel suo devastante cammino ha mandato in fumo quasi 400mila acri di foresta, ovvero oltre 1.600 chilometri quadrati, un'area estesa quanto Roma e Venezia messe assieme.

Al momento il Bootleg Fire è stato domato per il 30 percento dagli oltre 2mila vigili del fuoco che lo combattono da settimane, ma è una battaglia impari che secondo diversi meteorologi non sarà vinta dall'uomo. Per spegnerlo completamente, infatti, alcuni esperti ipotizzano che sarà necessario attendere le abbondanti nevicate del periodo autunnale. Il Bootleg Fire, del resto, continua ad alimentarsi a causa del meteo che è riuscito a modificare e plasmare con la sua stessa forza. Le temperature estreme che lo hanno appiccato sono state ulteriormente alimentate dalle fiamme; ciò ha portato aria molto calda, umidità, fumo e cenere in atmosfera dando origine a enormi pirocumulonembi, ovvero “nuvole originate dalle fiamme” (che la NASA chiama nuvole sputafuoco). Esattamente come i normali cumulonembi, queste formazioni possono dar vita a trombe d'aria, downburts e soprattutto a devastanti tempeste “secche” di fulmini che a loro volta possono appiccare altri fuochi e ingrossare ulteriormente il Bootleg Fire. Sono stati proprio gli incendi generati dai pirocumulonembi a distruggere la città canadese di Lytton, nella British Columbia, dove alla fine di giugno a causa della cupola di calore sono stati raggiunti quasi i 50° C, la temperatura più alta mai registrata nel Paese nordamericano.

L'ondata di calore estrema ha innescato una prolungata siccità e seccato le piante, trasformate in combustibile perfetto anche per l'indomabile Bootleg Fire. Dietro alla cupola di calore e alle sue catastrofiche conseguenze ci sono i cambiamenti climatici, che rendono i fenomeni meteorologici sempre più frequenti ed intensi. Basti pensare all'alluvione catastrofica che ha colpito la Germania e il Belgio nei giorni scorsi, o a quella che sta devastando la provincia cinese di Henan. Sono tutti fenomeni figli dell'aumento delle temperature medie a causa della costante immissione di gas a effetto serra per le attività antropiche, in particolar modo anidride carbonica. “Non c'è assolutamente alcun dubbio che gli effetti del cambiamento climatico si stiano verificando innanzi ai nostri occhi”, ha dichiarato la governatrice dell'Oregon Kate Brown, durante una conferenza stampa dedicata al Bootleg Fire e agli altri 80 incendi che stanno devastando lo Stato. “Abbiamo assistito all'evento della cupola di calore alcune settimane fa. Sfortunatamente abbiamo perso molti abitanti dell'Oregon a causa di quell'evento. A febbraio abbiamo assistito a devastanti tempeste di ghiaccio. Oltre mezzo milione di persone sono rimaste senza corrente lo scorso autunno, come ricorderete. C'erano incendi senza precedenti”, ha aggiunto la governatrice.

In diverse aree degli Stati Uniti occidentali la situazione resta drammatica e, come indicato dal National Weather Service Weather Prediction Center, continuano a perdurare condizioni critiche per lo sviluppo di nuovi incendi. A causa dei venti caldi alimentati dallo stesso Bootleg Fire, per un paio di settimane le fiamme si sono propagate all'impressionante velocità di 4,5 chilometri orari, sufficiente a distruggere l'intero Central Park di New York in 45 minuti, come indicato dalla CNN. Proprio la Grande Mela è stata raggiunta dal fumo e dalle ceneri sprigionati dai grandi incendi che stanno colpendo diverse regioni degli Stati Uniti, oscurandone il cielo. Anche la Siberia sta sta bruciando da giorni, con quasi 4 milioni di acri di foresta andati in fumo.

Nonostante gli evidenti segnali dell'impatto del riscaldamento globale, le misure che stiamo prendendo per contenerlo sono assolutamente insufficienti. Lo dimostra il nuovo rapporto dell'Agenzia Internazionale dell'Energia (AIE), in base al quale dei 14mila miliardi stanziati dai governi per la ripresta economica e sociale post pandemia, solo il 2 percento è stato dedicato alle energie rinnovabili, nonostante i proclami sulla rivoluzione verde. Il risultato di tutto questo è che per il 2023 si attende un nuovo record di anidride carbonica immessa in atmosfera, che continuerà a crescere nel futuro. Siamo sempre più vicini alla catastrofe climatica più volte annunciata dagli scienziati e dagli attivisti che se ne fanno portavoce, come Greta Thunberg.

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