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Covid 19

Coronavirus, forse già contagiato fino al 50% dei britannici: lo studio dell’Università di Oxford

In base a un modello matematico messo a punto da scienziati della prestigiosa Università di Oxford, fino al 50 percento dei britannici (30 milioni di persone) sarebbe stato già infettato dal coronavirus SARS-CoV-2. L’inquietante stima è stata ottenuta utilizzando i dati dei contagi e dei decessi registrati in Italia e nel Regno Unito.
A cura di Andrea Centini
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Fino a 30 milioni di britannici – metà della popolazione – potrebbero essere già stati infettati dal nuovo coronavirus emerso in Cina (SARS-CoV-2), moltissimi dei quali sarebbero già guariti e immunizzati. Con simili numeri ci sarebbero quasi i presupposti per lo sviluppo dell'immunità di gregge, la strategia iniziale promossa dal governo britannico per fronteggiare la COVID-19 (l'infezione scatenata dal patogeno) e messa rapidamente da parte al crescere dei contagiati, dei morti e della pressione estrema sul sistema sanitario (il 10 percento dei pazienti richiede infatti la terapia intensiva). Ma a far cambiare idea all'esecutivo guidato da Boris Johnson sono state soprattutto le catastrofiche stime di un'indagine dell'Imperial College di Londra, in base alle quali, se si fosse realmente deciso di lasciar fluire liberamente il virus nella comunità per ottenere l'immunità di gregge, si sarebbero registrati oltre 500mila decessi nel giro di un anno, col collasso del sistema sanitario.

Ora, in base al nuovo studio, il virus potrebbe effettivamente aver già circolato liberamente in Gran Bretagna per oltre un mese, prima dell'emersione dei primi casi accertati, infettando un numero straordinario di sudditi della Regina Elisabetta. A suggerire questo scenario è stato un team di ricerca guidato da scienziati del Dipartimento di Zoologia e del Dipartimento di Medicina “Nuffield” dell'autorevole Università di Oxford, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'istituto di ricerca Peter Medawar Building for Pathogen Research. I ricercatori, guidati dalla professoressa Sunetra Gupta, docente di epidemiologia teorica presso il prestigioso ateneo di Oxford, hanno messo a punto un modello matematico basato sui dati dei contagi e dei decessi registrati sia nel Regno Unito che in Italia, che al momento si trova in una condizione decisamente peggiore della terra di Albione (benché quest'ultima sia alcune settimane indietro rispetto al nostro Paese sulla “curva di crescita”, dunque nei prossimi giorni potrebbe svilupparsi uno scenario altrettanto catastrofico).

Il modello sviluppato dalla professoressa Gupta e dai colleghi si chiama “susceptibility-infected-recovered model” e suggerisce che il virus stia serpeggiando nel Regno Unito sin da gennaio. Poiché la stragrande maggioranza delle persone infettate non sviluppa sintomi o li presenta in forma lieve, secondo gli scienziati dell'Università di Oxford il coronavirus si sarebbe “nascosto” tra l'epidemia di influenza e altri malanni tipici della stagione invernale, emergendo con i casi più gravi soltanto adesso. Se davvero fino a 30 milioni di britannici sono stati già infettati (fra i quali figura anche il Principe Carlo d'Inghilterra) ciò significa che solo una persona su mille ha bisogno di essere ricoverata, una statistica che abbatterebbe il reale tasso di mortalità del coronavirus in modo estremamente significativo. Ma si tratta solo di ipotesi. Per capire come stanno davvero le cose, la scienziata ha dichiarato al Financial Times che è necessario “iniziare immediatamente indagini sierologiche su larga scala, ovvero i test sugli anticorpi, per valutare in quale fase dell'epidemia ci troviamo ora”. In pratica, andare a caccia degli immunizzati per capire quanto si è davvero diffuso il coronavirus.

Secondo un recente studio dell’Imperial College di Londra pubblicato sulla rivista scientifica Science è stato stimato che per ogni caso conclamato di COVID-19 ce ne sarebbero dai 5 ai 10 non identificati, numeri ritenuti plausibili anche dalla Protezione Civile Italiana. Ciò nonostante, in base alla mappa interattiva messa a punto dall'Università Johns Hopkins, in Gran Bretagna al momento si registrano 9.640 contagi e quasi 500 morti, dunque secondo lo studio dell'Imperial College circolerebbero al massimo 90mila contagiati non scovati, mentre l'Università di Oxford prevede numeri di gran lunga maggiori. Solo col tempo capiremo come si è diffuso effettivamente il coronavirus. I risultati della ricerca guidata dalla professoressa Gupta sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Evolution Ecology of Infectious Disease.

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