Lo scorso dicembre, a Katowice in Polonia si è tenuto la COP24, cioè l'incontro annuale durante il quale si fa il punto della situazione ‘moriremo tutti per colpa del clima'. La Conferenza delle Parti vede il riunirsi dei paesi firmatari dell'UNFCCC (Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) e l'edizione polacca è stata molto importante perchési è riunita dopo il report dell'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) che molto semplicemente ci ha spiegato che il limite di 2 gradi imposto dal COP21 ormai non è più sufficiente: per evitare catastrofi non possiamo permettere alle temperature di salire oltre 1,5 gradi e per questo dobbiamo diminuire del 45% le emissioni di CO2 nell'aria entro il 2030, percentuale che deve salire al 100% entro il 2050.
La COP24. La COP24 dunque ha discusso sugli interventi necessari per evitare un collasso dovuto ai cambiamenti climatici e in questi anni si susseguono nuove informazioni catastrofiche: abbiamo l'Istituto superiore di sanità che ci ha fatto sapere che ci restano due generazioni, quindi più o meno 20 anni, per salvarci dai cambiamenti climatici, ma abbiamo anche Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni unite, che in apertura della COP24 ha parlato di ‘questione di vita o di morte', e il viceministro dell'ambiente polacco, Michal Kurtyka, che sottolinea “Siamo qui per consentire al mondo di agire insieme sul cambiamento climatico, tutti i paesi devono mostrare creatività e flessibilità. Non c'è un piano B”.
Forse non ci è chiaro chi dobbiamo salvare. Mentre gli scienziati di tutto il mondo lanciano appelli ai ‘potenti' per intervenire prima di arrivare ad un punto di non ritorno, che alcuni giorni sembra ormai superato mentre altri sembra essere ancora dietro l'angolo, quello che forse non ci è perfettamente chiaro, è che tutta questa preoccupazione generale non è né per salvare gli orsi polari o altre specie animali che ormai inesorabilmente scompaiono per sempre ogni giorno, né per salvare ‘il Pianeta Terra'. Quello che forse non abbiamo colto è che siamo noi quelli che rischiano l'estinzione. Probabilmente se fosse per la Terra stessa, la nostra scomparsa sarebbe pure cosa gradita, così come per le altre forme di vita con cui condividiamo il Pianeta. La Terra stava bene prima che arrivassimo, e starà bene quando non ci saremo più.
Sull'orlo del precipizio. L'inquinamento provocato dall'essere umano ha sconvolto il clima perché il riscaldamento globale ha portato ad un incremento delle temperature che hanno modificato l'equilibrio naturale: questo ha portato a condizioni climatiche estreme, innalzamento dei livelli del mare, inondazioni in alcuni punti e desertificazione in altri e l'aumento della diffusione delle malattie tramite insetti vettori come le zanzare. A tutto ciò poi aggiungiamo la decimazione delle altre specie animali e l'avvio della sesta estinzione di massa, e il quadro della situazione attuale è piuttosto chiaro.
Magari fossimo allarmisti. Quando parliamo di cambiamenti climatici e riscaldamento globale non siamo mai abbastanza allarmisti, anzi, il problema oggi sembrerebbe proprio essere il non prendere seriamente ciò da cui ci mette in guardia da anni il mondo della scienza. Chissà cosa stiamo aspettando.