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Cinque falsi miti sul sonno che devi conoscere per dormire meglio

Quante ore di sonno dovremmo dormire? E’ possibile allenarci a dormire meno? Queste domande sono sbagliate in partenza, dando origine a diversi falsi miti sul sonno.
A cura di Juanne Pili
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Circa un terzo della nostra vita la passeremo dormendo. Potrebbe sembrare una enorme emorragia di tempo, specialmente in questa epoca, così frenetica e orientata maggiormente verso la competitività. In realtà tenere cura del sonno potrebbe essere decisivo nella nostra vita sociale e lavorativa. Così sono nati diversi falsi miti sul sonno che sarebbe bene conoscere per evitare di perdere sul serio del tempo prezioso. Fermo restando che il miglior modo di realizzare i nostri sogni sarà sempre quello di alzarci dal letto.

1. Dormire otto ore per notte

La regola delle otto ore per notte resterà sempre l’ideale, anche se c’è chi afferma di riuscire a farsi bastare molto meno, specialmente gli anziani. Dipende tutto da vari fattori legati ai ritmi circadiani (quelli che influenzati dal ciclo giorno-notte fanno un po’ da regolatori del nostro orologio fisico e mentale), al nostro stile di vita e alla salute. Anche lo stress è sicuramente un fattore determinante. La National Sleep Foundation (associazione americana di esperti del sonno) ha sottoposto a revisione oltre 300 ricerche sul tema, fornendo una tabella delle ore di sonno nelle diverse fasi della vita, queste calano con l’avanzare dell’età. Si va dalle 17 ore dei neonati alle 8 ore di chi supera i 65 anni. Queste vengono definite ore di sonno “raccomandate”, ed in certi casi presentate come “possibilmente appropriate”. Insomma, non c’è un numero di ore standard per tutti. Questo vale a prescindere dalle ore di sonno perse. Se per due notti restiamo insonni, questo non significa che allora dovremmo dormire 24 ore per tornare in pari. Chi ha sofferto di jet lag lo sa bene.

2. Allenare il corpo a dormire meno

Questa credenza si smonta tranquillamente tenendo conto di quanto appena scritto sulle ore raccomandate e dai fattori determinanti. Se per esempio ci imponessimo di ridurre un'ora di sonno rispetto al necessario non ne avremo giovamento, sia nella salute che nell’umore. Dormire non è una perdita di tempo, come la società frenetica di oggi potrebbe suggerirci. Per migliorare le nostre prestazioni dovremmo preoccuparci di dormire meglio, non meno. Diverse funzioni fisiologiche e umorali vengono regolate proprio in questo importante momento della nostra vita. Privarci anche solo parziale del sonno ci espone al rischio di sviluppare malattie cardiache, depressione, diabete e persino obesità.

3. Il troppo sonno non esiste

Potremmo pensare a questo punto di aggiungere ore di sonno per andare sul sicuro. In realtà l’eccesso di sonno è un estremo opposto che esiste davvero, come riportato anche nella classificazione internazionale stilata dai principali enti che studiano le malattie legate al tema. Si va dall’ipersonnia idiopatica alla narcolessia vera e propria. Il fatto stesso che vengano riconosciute come malattie la dice lunga sul fatto che il sonno eccessivo esiste eccome e crea problemi, sia dal punto di vista fisico che nell’ambito lavorativo e sociale. Chi soffre di questi disturbi non si sente affatto riposato e fatica ad alzarsi la mattina.

4. Dormire un’ora prima di mezzanotte vale due in più

C’è un fondo di verità. Ma non c’entra la quantità di sonno, il cui standard come abbiamo visto è dettato dal nostro corpo e dai nostri stili di vita. Quel che conta è la qualità del sonno. Infatti la sua parte profonda avviene durante il primo terzo della notte, cioè nelle ore prima e intorno mezzanotte, il sonno nella parte successiva è più facilmente disturbato.

5. Bimbi a letto quando sono stanchi

Sarebbe meglio non arrivare a questo punto. E’ un po’ come farli smettere di mangiare quando sazi. Come per i disordini alimentari anche quelli del sonno si prevengono imponendo una regolarità ai bambini, che certamente hanno bisogno di maggiori ore di sonno rispetto agli adulti, specialmente nei primi anni di età. Certo non è mai facile mandarli a letto ad un orario prestabilito, ma questa è un’altra storia.

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