Violenza contro le donne, a Milano il fenomeno non cala ma la città reagisce
Cuore finanziario del Paese e culla dell’innovazione, non è però solo grattacieli scintillanti e movida: gli indici di criminalità del 2021 parlano infatti di una “Milano nera” dove ogni anno vengono denunciati poco meno di 160mila reati. E tra questi spiccano quelli di genere, con 12,7 violenze sessuali denunciate ogni 100mila abitanti. Le cronache degli ultimi mesi, del resto, tra aggressioni, molestie, violenze fisiche e sessuali, stupri compiuti a volte anche narcotizzando le vittime, raccontano di un fenomeno che non è certo relegato ai “ghetti” della metropoli ma che, anzi, striscia e attraversa tutte le fasce e gli strati della società.
Un fenomeno di tale portata che, solo nei primi sei mesi del 2021 e solo a Milano, ai Centri Antiviolenza sono giunte 2.200 richieste di aiuto, e 980 donne hanno potuto beneficiare degli interventi offerti dalla Rete Antiviolenza del Comune: dall’ascolto telefonico all’accoglienza, dal sostegno psicologico, all’accompagnamento al lavoro, dalla consulenza legale, all’autonomia abitativa. Numeri che, presentati in Senato durante l'evento istituzionale “Tutti i volti della violenza”, promosso da Rete Antiviolenza del Comune di Milano e Gilead Sciences Italia in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, restituiscono le dimensioni reali di un’emergenza continua.
Proprio per contribuire in concreto a sostenere le donne che decidono di sottrarsi a situazioni di maltrattamento domestico e violenza di genere, in Lombardia è stata costituita la Rete Antiviolenza coordinata dal Comune di Milano, che da molti anni opera a favore delle vittime. E, sottolinea Diana De Marchi, presidente della Commissione pari opportunità e Diritti civili e della Rete Antiviolenza, “nonostante la scarsità delle risorse messe a disposizione degli enti locali abbiamo continuato ad aumentare le risorse economiche e umane per la Rete Antiviolenza della nostra città”.
Interventi possibili anche grazie a partnership come quella con Gilead Sciences, società biofarmaceutica californiana che da sempre si distingue per un forte impegno sociale, e che dal 2000 opera anche in Italia attraverso la sede milanese. “La collaborazione con la Rete antiviolenza del Comune di Milano – spiega Gemma Saccomanni, Direttore Public Affairs di Gilead Sciences Italia – fa parte dell’impegno per la tutela e la promozione dei valori della diversità e dell’inclusione che come azienda globale sosteniamo in tutte le comunità in cui operiamo. Non ci fermiamo alla ricerca e allo sviluppo di farmaci innovativi, ma sosteniamo attivamente chi opera in favore di coloro che vivono condizioni di discriminazione, emarginazione o violenza. Tra le fasce di popolazione più disagiate vi sono le donne, a cui fenomeni come la violenza e la disparità di genere nei suoi vari aspetti impediscono una piena e legittima partecipazione alla vita sociale ed economica del Paese”.
E l’impegno di Gilead Sciences che si è concretizzato proprio sul sostegno a 360 gradi per le donne vittime di violenza: attraverso l’erogazione di 20mila euro sono stati realizzati tirocini e borse di lavoro per percorsi e progetti di reinserimento lavorativo e riqualificazione professionale; sono poi stati attivati servizi per la conciliazione famiglia-lavoro, progetti di autonomia abitativa. Infine, il fondo è stato utilizzato anche per coprire le spese per la promozione della salute per donne vittime e figli minori coinvolti e per le spese legali per iter giuridici civili.
Interventi che hanno consentito, in un quarto dei 980 casi presi in carico dalla Rete Antiviolenza del Comune di Milano, di dare una risposta concreta a donne che per la prima volta hanno trovato il coraggio di dire “basta” e di chiedere aiuto; e se 400 donne sono state accompagnate in percorsi – ancora in atto – di fuoriuscita dalle situazioni di violenza, altre 50 donne e 27 bambini sono stati ospitati in Case Rifugio.
Il 59% delle donne aiutate dalla struttura milanese, secondo i dati presentati in Senato, ha figli, e il 64% è di nazionalità italiana. Il 68% delle violenze rilevate è di tipo fisico, il 24% sessuale e nel 22% dei casi assume le forme della “violenza economica”, che vede le donne soggiogate e “controllate” attraverso l’uso del denaro, con la costante minaccia di negare loro le risorse economiche necessarie oppure impedendo loro di rendersi economicamente indipendenti. Molto elevato è però anche il tasso di violenze psicologiche, che nei casi seguiti dalla Rete Antiviolenza raggiunge l’84%. Nella maggior parte dei casi (l’89%) responsabili di violenze e maltrattamenti sono, come spesso accade, non estranei o sconosciuti ma i familiari: il 74% sono mariti, conviventi, fidanzati o ex, e nel 68% dei casi sono di nazionalità italiana.