Venere di notte: caotica e turbolenta, la misteriosa atmosfera del pianeta
Durante la notte il pianeta Venere presenta un'atmosfera molto più caotica e irregolare di quel che si pensasse, caratterizzata da una circolazione delle nubi sensibilmente differente da quella diurna. È quanto hanno stabilito i ricercatori della Japan Aerospace Exploration Agency (JAXA), l'agenzia spaziale giapponese, dopo aver analizzato a fondo i dati raccolti dalla sonda dell'ESA Venus Express, che ha orbitato attorno al pianeta tra il 2006 e il 2014. Secondo gli studiosi, coordinati dall'astrofisico Javier Peralta, la ragione di tali moti turbolenti potrebbe risiedere nelle cosiddette onde di gravità, quelle generate da un fluido perturbato che cerca di stabilizzarsi (come la superficie dell'oceano increspata dal vento). Le onde di gravità non vanno confuse con le onde gravitazionali legate alla deformazione dello spaziotempo, teorizzate da Albert Einstein cento annifa e intercettate per la prima volta nel 2015 grazie all'interferometro LIGO. Quella di Peralta e colleghi è soltanto un'ipotesi, dato che la corrosiva atmosfera di Venere continua a celare diversi segreti, non tutti spiegabili con modelli matematici.
Il dettaglio più stupefacente e misterioso risiede nella cosiddetta “super-rotazione” delle nubi, che a determinate altezze dalla superficie superano di 60 volte la velocità di rotazione del pianeta, arrivando anche a 80 metri al secondo. La durata di un giorno su Venere è infatti lunghissima, poiché il pianeta impiega ben 243 giorni terrestri per completare una rotazione su se stesso, mentre alle nubi ‘turbo' bastano 4 giorni terrestri per completare un intero giro. Il flusso è particolarmente veloce all'equatore a un'altezza di circa 60 chilometri, come dimostrato da alcune recenti rilevazioni della sonda giapponese Akatsuki (Alba), in orbita attorno a Venere dal 2010.
Sino ad oggi i ricercatori erano convinti che tale super-rotazione atmosferica fosse uniforme sia sul lato diurno che su quello notturno del pianeta, tuttavia analizzando i dati catturati dallo spettrometro di VIRTIS (Visible and Infrared Thermal Imaging Spectrometer) di Venus Express, hanno dimostrato che le nubi notturne sono più grandi, ondulate e irregolari, probabilmente a causa delle onde stazionarie o onde di gravità, come le chiamiamo sulla Terra. Esse si concentrano soprattutto nelle alture del pianeta (vette e montagne), tuttavia grazie al VIRTIS Peralta e colleghi hanno osservato il fenomeno anche nell'emisfero meridionale, più pianeggiante del settentrionale. Gli effetti di queste onde legate alla topografia del pianeta, curiosamente, non sono visibili fino a 50 chilometri di quota. Sono tutti misteri che gli studiosi proveranno a svelare, continuando ad analizzare i dati raccolti da vecchie sonde e orbiter operativi attorno a Venere. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Nature Astronomy.
[Credits: ESA, JAXA, J. Peralta e R. Hueso]