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Covid 19

Vaccino Covid di AstraZeneca a tutti: rischio trombosi bassissimo anche tra under 60

Il vaccino Vaxzevria di AstraZeneca potrebbe presto tornare a disposizione anche per gli under 60. Il Commissario per l’Emergenza generale Francesco Figliuolo ha infatti dichiarato che si sta consultando con AIFA, ISS e CTS sullo stop alla limitazione. I casi di trombosi associati a carenza di piastrine sono infatti rarissimi, come evidenziano i dati britannici. Anche il vaccino di Johnson & Johnson dovrebbe essere reso disponibile a tutti.
A cura di Andrea Centini
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Durante l'inaugurazione del nuovo centro di vaccinazione presso il Centro Federale Polo Natatorio di Ostia, il Commissario per l'Emergenza generale Francesco Figliuolo ha dichiarato che si sta valutando di estendere la somministrazione del vaccino anti Covid di AstraZeneca anche a chi ha meno di 60 anni. Com'è noto, la limitazione per gli under 60 è stata raccomandata dall'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) a causa dei rarissimi eventi tromboebolici emersi a seguito della vaccinazione col farmaco della società britannico-svedese, ma anche dell'Ad26.COV2.S di Johnsons & Johnsons sviluppato dall'affiliata Janssen Pharmaceutica. Sono diversi i Paesi europei che non somministrano i due vaccini al di sotto dei 60-55 anni, mentre altri – come la Norvegia – hanno deciso per il Vaxzevria lo stop definitivo. Il generale Figliuolo ha affermato che sono in corso consultazioni con l'Istituto Superiore di Sanità (ISS), l'AIFA e il Comitato Tecnico Scientifico (CTS) per valutare la possibilità di (ri)considerare la somministrazione del vaccino di AstraZeneca a tutti. Del resto, ha spiegato il generale, l'Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) non ha imposto divieti specifici per età o genere affermando che si tratta di un vaccino sicuro per tutti, inoltre l'EMA ha sempre ribadito che i benefici sono di gran lunga superiori ai potenziali rischi. Il generale, sottolineando che gli effetti collaterali del vaccino sono “infinitesimali”, ha aggiunto che se non si utilizzeranno tutte le dosi a disposizione c'è il rischio che la campagna vaccinale non raggiunga gli obiettivi prefissati nei tempi previsti. Pertanto, come indicato, sulla base di studi in corso in Gran Bretagna si valuterà se estendere il Vaxzevria a tutti. Un discorso analogo probabilmente sarà applicato anche al Johnson & Jonhson. Ma a quali studi si riferisce Figliuolo?

I dati più aggiornati sugli eventi tromboembolici associati al vaccino di AstraZeneca nel Regno Unito sono quelli pubblicati dall'Agenzia di regolamentazione dei medicinali e dei prodotti sanitari (MHRA), indicati nel bollettino settimanale “Yellow Card” dedicato alla sorveglianza epidemiologica. In base agli ultimi dati, aggiornati al 21 aprile, in Gran Bretagna sono stati rilevati 209 casi di eventi tromboembolici maggiori associati a carenza di piastrine (trombocitopenia). Come evidenziato nel rapporto, “questi eventi si sono verificati in 120 donne e 89 uomini di età compresa tra 18 e 93 anni e il tasso di mortalità complessivo è stato del 19 percento, con 41 decessi”. Alla data del 21 aprile erano state somministrate 22 milioni di prime dosi di AstraZeneca. Quasi tutti i casi di trombosi associati a trombocitopenia si sono verificati dopo la prima dose, mentre quattro sono emersi dopo la seconda dose (del resto si tratterebbe di una reazione immunitaria al vaccino, forse a un conservante). L'MHRA non ha diffuso dati sul numero di seconde dosi somministrate ai cittadini britannici.

Come indicato anche dall'EMA, le tipologie di trombosi associate al Vaxzevria e al vaccino di Johnson & Johnson sono la rara trombosi della vena sinusale (formazione di coaguli di sangue nel cervello); la trombosi della vena splancnica (addominale); e la trombosi arteriosa. L'MHRA indica che la trombosi della vena sinusale è stata segnalata in 84 persone (con età media di 47 anni), mentre in 123 hanno sviluppato le altre forme maggiori (età media 55 anni), sempre associate a carenza di piastrine. “La diagnosi non era chiara nei restanti due casi”, specifica l'MHRA. Incrociando tutti i dati si determina un'incidenza di 9,3 casi di eventi tromboembolici maggiori associati a trombocitopenia ogni milione di dosi somministrate, in aumento rispetto ai 7,9 per milione della settimana precedente e ai 4,9 di quella ancora prima. Nonostante l'incremento, si tratta comunque di eventi rarissimi; per questa ragione l'MHRA ribadisce che i benefici del vaccino anti Covid continuano a superare potenziali rischi “nella maggior parte delle persone”. Nel Regno Unito il Vaxzevria non viene somministrato al di sotto dei 30 anni.

Per quanto concerne il vaccino di Johnson & Johnson, l'incidenza è invece di 2 casi ogni milione di dosi, tenendo presente che in base agli ultimi dati comunicati dalla Food & Drug Administration (FDA) americana si sono verificati 16 eventi tromboembolici associati a trombocitopenia su 8 milioni di dosi somministrate. Alla luce di queste e altre indagini in corso, gli esperti di ISS, AIFA, CTS assieme al Commissario per l'Emergenza Figliuolo decideranno se, come e quando i vaccini a vettore virale (adenovirus) saranno effettivamente somministrati anche a chi a meno di 60 anni. Al momento gli under 60 che hanno ricevuto la prima dose riceveranno anche la seconda. In altri Paesi, come in Germania, chi ha ricevuto la prima dose di AstraZeneca sta ricevendo la seconda di un altro vaccino a mRNA (RNA messaggero), lo Pfizer-BioNTech o il Moderna-NIAID.

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