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Uomo su Marte entro il 2030? La NASA non è più sicura della data: non bastano i fondi

Il dirigente della NASA William Gerstenmaier ha annunciato che mancano ancora sistemi di superficie adeguati per Marte e i fondi per svilupparli non bastano. È probabile che ci sarà da aspettare più tempo del previsto prima di vedere il primo uomo sul Pianeta Rosso.
A cura di Andrea Centini
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La NASA ha ammesso candidamente che non vi è alcuna certezza di vedere il primo uomo su Marte entro il 2030, sottolineando che l'aumento di budget stanziato (di circa il 2 percento) non è sufficiente per pianificare in autonomia la missione. Lo ha annunciato direttamente William Gerstenmaier, il responsabile della sezione esplorazione umana della celebre agenzia spaziale americana, che ha preso la parola in occasione dell'autorevole Propulsion Energy Forum, organizzato dall’Istituto americano di aeronautica e astronautica (AIAA) e tenutosi ad Atlanta nei giorni scorsi.

L'esplorazione di Marte, com'è ampiamente noto, è l'obiettivo più ambizioso da raggiungere sia per le agenzie spaziali governative, come appunto la NASA e l'alleata ESA, che per quelle private alla stregua di SpaceX, e sino ad oggi si era sempre parlato di un generico 2030/2035 per vedere realizzato questo sogno. Ma alla fatidica data che circola da diverso tempo mancano appena 13 anni, e ad oggi nulla è stato concretamente pianificato dagli addetti ai lavori; tant'è che ancora sono in fase di progettazione le tute dei futuri pionieri dello spazio.

L'annuncio della NASA cozza con le parole pronunciate dal vicepresidente americano Mike Pence, che in visita al Kennedy Space Center di Cape Canaveral aveva annunciato in pompa magna che gli USA avrebbero ripreso saldamente in mano la leadership nella conquista allo spazio, una corsa che sta coinvolgendo un numero sempre maggiore di protagonisti. L'improvviso dietrofront della NASA, che ha gettato nello sconforto tutti gli appassionati di astronomia che sognano di seguire in diretta un evento così straordinario, è legato al fatto che mancano ancora determinate tecnologie e soprattutto i fondi per svilupparle.

“Non abbiamo sistemi di superficie disponibili per Marte – ha sottolineato Gerstenmaier – e l'ingresso, la discesa e l'atterraggio rappresentano per noi una grossa sfida”. “Senza capire esattamente come vogliamo farlo – ha aggiunto il dirigente NASA – , con retropropulsione supersonica o ipersonica, è difficile indicare una data per quel genere di attività di superficie”. Insomma, anche se tra una ventina di giorni si festeggerà il quinto anniversario del rover Curiosity sul Pianeta Rosso, per una spedizione umana i limiti tecnici ed economici sono sensibilmente superiori: basti pensare al solo peso dell'equipaggiamento e ai sistemi necessari per gestirlo. Dopo le sconfortanti dichiarazioni su Marte Gerstenmaier ha aggiunto che una nuova era di esplorazione lunare è molto più vicina, anche grazie allo sviluppo della stazione orbitante Deep Space Gateway.

[Immagine di NASA]

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