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Tumore al polmone, un nuovo studio per svelarne tutti i segreti

Sta per partire nel Regno Unito un ampio studio da 16 milioni di euro per monitorare sviluppo ed evoluzione di una malattia che costituisce la prima causa di morte oncologica per i Paesi industrializzati.
A cura di Nadia Vitali
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Sarà uno dei più grandi studi mai realizzati sul tema, coinvolgerà diversi centri di ricerca dislocati lungo il territorio britannico, seguendo centinaia di pazienti per almeno 9 anni: obiettivo sarà la comprensione profonda ed accurata di quello che è il flagello dei tempi che viviamo, tra le principali causa dei decessi nel mondo moderno, male che uccide lentamente ma inesorabilmente, travolgendo come un'inarrestabile catastrofe non soltanto le vite degli ammalati, ma anche dei familiari, dolorosamente condannati a trascinare il più pesante dei fardelli. Il tumore al polmone rappresenta la prima causa di morte oncologica nei Paesi industrializzati: la ricerca relativa alle cause di questa malattie e ai possibili sviluppi terapeutici per i prossimi anni è, dunque, urgente ed indispensabile in vista dell'obiettivo del miglioramento della vita di migliaia di individui.

Grazie ad uno stanziamento di 14 milioni di sterline, gli scienziati cercheranno di identificare ed analizzare le diverse mutazioni genetiche nei tumori di centinaia di pazienti a partire dalla diagnosi e durante tutta la durata dei trattamenti terapeutici. Lo studio, al quale parteciperanno oltre 65 tra oncologi, patologi, tecnici e ricercatori da laboratorio provenienti dalle Università di Londra, Leicester, Cardiff, Birmingham, Manchester e Aberdeen, cercherà di creare un profilo genetico differenziato per ciascun tipo di carcinoma al fine di comprendere in che modo il male riesca a mutare, sviluppando così l'insidiosa resistenza ai farmaci che causa il progressivo peggioramento delle condizioni del soggetto colpito. Comprendere le cause di tali mutazioni potrebbe costituire un punto fondamentale per la messa a punto di farmaci che siano in grado di colpire il bersaglio giusto, bloccando contemporaneamente il processo di adattamento del tumore che lo rende sempre più aggressivo e difficile da debellare.

Per raggiungere tale obiettivo, saranno reclutati 850 pazienti con diagnosi di carcinoma al polmone provenienti da differenti punti del Regno Unito; verranno prelevati campioni dalle neoplasie sia nella fase precedente sia in quella successiva agli interventi chirurgici e ancora dopo, qualora il male dovesse ripresentarsi. Le biopsie verranno effettuate in base a campioni provenienti da diverse parti del medesimo tumore che saranno analizzati grazie alle più recenti tecnologie, per riuscire a realizzare un quadro genetico della malattia il più possibile chiaro ed esaustivo: come spiegato da Phys.Org, infatti, differenti punti della stessa formazione maligna possono evolvere in maniera indipendente, ragion per cui un campione proveniente da una certa regione può contenere mutazioni genetiche differenti da quelle presenti in un altro campione benché proveniente dallo stesso tumore. Gli scienziati saranno così in grado di comparare i diversi profili genetici, all'interno del medesimo tumore e tra i diversi pazienti, registrando contestualmente come tali profili vengono modificati dalle terapie e in che modo, soprattutto, questo finisce per influire sulle possibilità di sopravvivenza dei soggetti sotto osservazione. La combinazione di tecniche innovative e ampiezza dei dati presi in esame consentirà una visione senza precedenti sulla malattia, permettendo ai ricercatori di conoscere quali sono le trasformazioni che aiutano il tumore a diventare sempre più feroce. Il risultato auspicato è il raggiungimento di cure studiate appositamente per ciascun paziente, a seconda dello specifico profilo genetico del carcinoma che viene diagnosticato.

Proprio recentemente sono stati resi pubblici i dati di un lungo studio che ha coinvolto nove Paesi europei i cui risultati stabilivano con evidenza il nesso tra inquinamento atmosferico da polveri sottili e tumore al polmone. Effettivamente i numeri denunciano una realtà che merita il massimo livello di allerta, con 34.000 nuovi casi in Italia all'anno e 42.000 nel Regno Unito, con il più alto tasso di mortalità tra tutte le forme tumorali; del resto, come sottolineato dal dottor Harpal Kumar, a capo del Cancer Research UK, in un'intervista alla BBC, il ruolo del fumo da sigaretta va sempre tenuto sotto controllo, perché è la causa principale delle neoplasie polmonari (e non solo), ma non la sola alla quale guadare nella totalità dei casi. Lo stesso Kumar ha spiegato che «Il tumore al polmone uccide molte più persone rispetto agli altri tipi di cancro. Noi vogliamo che questa realtà cambi. Per troppo tempo i successi contro questa malattia sono andati avanti lentamente. Adesso siamo determinati a svelare i segreti del male, comprendendone la sua biologia, per sviluppare test più precisi di diagnosi e scoprire trattamenti migliori per le persone».

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