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Tumore al polmone e smog: il legame c’è, arriva la prima conferma scientifica

Due ampi studi hanno dimostrato gli effetti sulla salute dell’esposizione, nel medio e lungo termine, ad agenti inquinanti provenienti da traffico ed industria.
A cura di Nadia Vitali
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L'inquinamento atmosferico, e in particolar modo quello che soffoca i grandi centri urbani in virtù di emissioni industriali e traffico, può dar vita a conseguenze gravi sulla salute dell'individuo, talvolta letali: è la conclusione di due studi recenti che per primi hanno dimostrato scientificamente quali sono i devastanti effetti dello smog avvalendosi di un ampio campione di riferimento, confermando un "sospetto" che negli anni era diventato sempre più concreto. Pubblicati dalla rivista scientifica di ambito medico The Lancet, i due lavori concentrano la propria attenzione non soltanto sul tumore al polmone, in assoluto la patologia che maggiormente viene indicata come correlata allo smog, ma anche sull'aumento di rischio di essere soggetti a scompensi cardiaci come conseguenza di alte concentrazioni nell'aria di polveri.

Tumore al polmone – L'esposizione ad agenti inquinanti incrementa fortemente il rischio di sviluppare il carcinoma al polmone, soprattutto nella forma che colpisce i non fumatori (adenocarcinoma): queste le conclusioni della ricerca condotta su 17 coorti distribuite in nove diversi Paesi europei, per un totale di 312.944 soggetti seguiti per 13 anni. I 2095 casi di diagnosi di cancro al polmone durante il periodo di follow-up dei volontari sono stati messi in relazione dagli studiosi con il livello di inquinamento dei luoghi di residenza di ciascun singolo individuo: la notevole durata dello studio, infatti, e l'ampiezza del campione analizzato hanno consentito ai ricercatori di individuare anche altri potenziali fattori di rischio (come il fumo, l'alimentazione, lo stile di vita), al fine di rendere il lavoro finale il più chiaro e meno fraintendibile possibile. Ne è risultato che per ogni incremento pari a 10 microgrammi di PM 10 per metro cubo il rischio di tumore al polmone aumenta di circa il 22%, mentre un aumento di 5 microgrammi di PM 2.5 per metro cubo comporta un aumento di rischio del 18%. Tali percentuali salgono al 51% però, se si considera l'adenocarcinoma; si è inoltre osservato come, tra i soggetti che durante il periodo di follow up non hanno mai cambiato il domicilio iniziale, laddove si registrava un elevato tasso di inquinamento il rischio di tumore al polmone raddoppiava e, in particolare, triplicava quello di adenocarcinoma.

Norme e numeri – Le norme comunitarie vigenti dal 2010 stabiliscono che il particolato nell'aria deve mantenersi al di sotto di 40 microgrammi per metro cubo per il PM 10 e di 20 microgrammi per il PM 2,5: questo studio, in effetti, mette in evidenza come, pur rimanendo al di sotto di tali limiti, non è possibile escludere del tutto la possibilità di correre dei rischi, poiché gli effetti dannosi per l'organismo possono essere scatenati anche da polveri sottili presenti in quantità inferiori rispetto ai valori stabiliti. Il tumore del polmone rappresenta la prima causa di morte nei Paesi industrializzati; la malattia da sola rappresenta il 20% di tutti i tumori maligni nelle persone di sesso maschile ma, negli ultimi anni, si registra un progressivo aumento delle diagnosi anche tra le donne. In Italia si contano ogni anno circa 34.000 nuovi casi (dati AIRC) con 27.500 decessi per anno che costituiscono la prima causa per morte oncologica per gli uomini e la seconda per le donne.

Inquinamento e cuore – Un secondo effetto della concentrazione di smog nell'atmosfera, troppo spesso trascurato, riguarda i danni al sistema cardiocircolatorio: nell'altro articolo sul tema dell'inquinamento pubblicato dalla rivista scientifica, si confrontano i dati relativi a centinaia di studi provenienti da 12 differenti Paesi. L'analisi delle informazioni, guidata dai ricercatori della University of Edinburgh, ha evidenziato come l'esposizione anche di breve durata può causare l'immediato aggravarsi delle condizioni del cuore, in un quadro di scompenso cardiaco cronico. Non soltanto polveri sottili, ma monossido di carbonio, biossido di zolfo, biossido di azoto: agenti inquinanti, presenti massicciamente nelle realtà urbane così come nei contesti industrializzati, al cui innalzamento dei livelli nell'aria corrisponde un incremento delle probabilità di andare incontro a problemi anche fatali al cuore. E, nel panorama generale di un mondo sviluppato ed inquinante, spicca l'Italia che tra tutti gli Stati osservati mostra la situazione peggiore: Torino e Roma, tra le città seguite nello studio insieme a Varese, sono tra quelle europee le più ricche di smog. Con conseguenze che si vedono, sulla salute degli individui e sui costi sanitari che l'inquinamento comporta.

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