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Studio su DNA riscrive longevità degli animali: balena della Groenlandia arriva a 268 anni

Ricercatori australiani hanno riscritto la longevità massima di numerosi animali – anche estinti – grazie a un nuovo metodo di analisi del genoma, che si basa sull’osservazione di un processo biochimico noto come metilazione del DNA. È stato stabilito che la balena della Groenlandia, il mammifero più longevo, può arrivare fino a 268 anni di età.
A cura di Andrea Centini
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Una balena della Groenlandia. Credit: Day Donaldson
Una balena della Groenlandia. Credit: Day Donaldson

La balena della Groenlandia (Balaena mysticetus) è il mammifero più longevo del pianeta e può arrivare a ben 268 anni di vita, 57 anni in più rispetto alla longevità massima stimata in precedenza. Ciò significa che nell'Oceano Artico – l'unico habitat in cui vivono questi meravigliosi cetacei misticeti – potrebbero essere presenti balene più vecchie degli Stati Uniti d'America di un quarto di secolo, dato che furono fondati il 4 luglio 1776. A stimare la longevità massima di questi mammiferi marini e di altri animali – essere umano compreso – è stato un team di ricerca australiano guidato da scienziati del CSIRO (Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation), un'agenzia governativa federale che si occupa di ricerca scientifica. Allo studio hanno partecipato i colleghi della Scuola di Scienze Biologiche presso l'Università dell'Australia Occidentale.

I ricercatori, coordinati dal dottor Benjamin Mayne, membro dell'Environomics Future Science Platform presso l'Indian Oceans Marine Research Centre del CSIRO, hanno determinato la longevità massima della balena della Groenlandia attraverso un nuovo metodo basato sul DNA. “Se si conosce la sequenza genomica di una specie, possiamo stimarne la longevità”, ha dichiarato l'autore principale dello studio in un comunicato stampa pubblicato sul sito del CSIRO. Mayne e colleghi hanno costruito il proprio metodo partendo dai genomi di 252 vertebrati la cui durata della vita era nota e indicata in specifici database, come l'NCBI Genomes e l'Animal Ageing and Longevity Database. Si sono concentrati su uno specifico processo biochimico conosciuto come metilazione del DNA (in sostanza, una modifica dell'acido nucleico); verificando la densità di tale modifica epigenetica nel cuore di 42 geni – e mettedola a confronto con quella di animali dalla longevità nota – è stato possibile stabilire con precisione la durata della vita massima di numerosi organismi.

Uno dei dati più interessanti, oltre a quello della balena della Groenlandia, è relativo alla longevità massima naturale degli esseri umani, stimata in 37,8 anni. Sappiamo perfettamente che oggi la vita media è più del doppio (con picchi che arrivano a toccare i 120 anni), ma ciò, spiegano i ricercatori del CSIRO, è dovuto allo stile di vita moderno e ai progressi in medicina. Questa longevità massima naturale corrisponde alle stime antropologiche rilevate per gli uomini di Denisova, gli uomini di Neanderthal (Homo neanderthalensis) e gli uomini moderni (Homo sapiens) loro contemporanei.

Gli scienziati australiani hanno determinato che la longevità massima dei mammut lanosi era invece di 60 anni (rispetto ai 65 anni degli elefanti africani moderni), mentre quella della tartaruga gigante dell'Isola Pinta (Chelonoidis nigra abingdoni) delle Galapagos recentemente estinta – con la morte di Lonesome George nel 2012 – era di 120 anni. Il vertebrato che vive meno di tutti è un piccolo pesce tropicale (un ghiozzo) che ha una longevità massima di 8 settimane, mentre quello che vive di più è lo squalo della Groenlandia, che arriva fino a 400 anni. I dettagli della ricerca australiana sono stati pubblicati sulla rivista scientifica del circuito Nature Scientific Reports.

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