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Covid 19

Strati, materiali e forma: l’OMS fa chiarezza su come devono essere fatte le mascherine in tessuto

Nella nuova guida “Advice on the use of masks in the context of COVID-19”, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha fatto chiarezza su come devono essere fatte le mascherine di comunità in tessuto. Quelle ideali hanno tre strati, aderiscono perfettamente al viso e non sono realizzate in materiali elastici.
A cura di Andrea Centini
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Da quando la pandemia di coronavirus SARS-CoV-2 si è diffusa in Italia, abbiamo iniziato a convivere con le restrizioni e le misure atte a spezzare la catena dei contagi: distanziamento sociale di almeno un metro per evitare di entrare in contatto col droplet (le goccioline espulse quando tossiamo, starnutiamo o semplicemente parliamo); frequente lavaggio delle mani con acqua e sapone per almeno 40-60 secondi o con una soluzione idroalcolica per 30-40 secondi; utilizzo obbligatorio delle mascherine laddove richiesto. Con l'entrata in vigore della cosiddetta "Fase 2" dell'emergenza, abbiamo imparato a conoscere anche le cosiddette “mascherine di comunità” in tessuto, che si differenziano da quelle chirurgiche per il fatto di non essere dei veri dispositivi medici, né dei dispositivi di protezione individuale, come sottolineato dal Ministero della Salute, ma vanno considerate come "una misura igienica utile a ridurre la diffusione del virus SARS-COV-2".

Come devono essere fatte queste mascherine di comunità per essere efficaci? Il Ministero della Salute sottolinea che devono essere realizzate “in materiali multistrato che non devono essere né tossici né allergizzanti né infiammabili e che non rendano difficoltosa la respirazione”. Inoltre, aggiunge il ministero, “devono aderire al viso coprendo dal mento al naso garantendo allo stesso tempo confort”. Queste informazioni sono preziose ma non troppo approfondite, ad esempio sui suddetti materiali multistrato. A fare definitivamente chiarezza su come devono essere fatte queste mascherine di comunità ci ha pensato l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che ha messo a punto una nuova guida – chiamata “Advice on the use of masks in the context of COVID-19” e consultabile al seguente link – nella quale sono riportate tutte le informazioni necessarie.

Le mascherine di comunità in tessuto “ideali”, scrive l'OMS, devono essere composte da tre strati: uno strato interno assorbente di materiale idrofilo, come ad esempio il cotone; uno strato intermedio idrofobo che funziona da filtro, ad esempio in materiale sintetico come il polipropilene che può trattenere le goccioline espulse; uno strato esterno fatto di materiale idrofobo non assorbente – come poliestere, polipropilene e un “mix” di questi – che può ridurre il rischio di contaminazione esterna. L'OMS aggiunge che tessuti misti in nylon e al 100 percento di poliestere, quando vengono piegati formando due strati, forniscono un'efficienza filtrante dalle 2 alle 5 volte superiore rispetto al singolo strato. Quando li si piega quattro volte, si può arrivare a un'efficacia filtrante 7 volte superiore. I materiali molto porosi come quelli delle garze vanno evitati, dato che presentano un'efficienza filtrante bassissima (3 percento). Qualunque sia la soluzione scelta, naturalmente, deve essere sempre garantita una respirazione corretta.

Vanno evitati i tessuti elastici perché quando si adatta la mascherina sul viso, “stirando” il materiale si ampliano i pori e di conseguenza si riduce l'efficacia filtrante. Inoltre si usurano molto più facilmente e non resistono bene al lavaggio alle alte temperature. Uno dei vantaggi di queste mascherine di comunità, del resto, è rappresentato proprio dal fatto di poter essere lavate e riutilizzate più volte, a differenza dei veri dispositivi medici monouso, che solo in condizioni di emergenza (scarsità delle scorte) dovrebbero essere disinfettati e riutilizzati fin quando l'usura lo consente.

Oltre ai materiali, l'OMS sottolinea anche l'importanza della forma della mascherina, che deve essere piatta o a “becco d'anatra”, e in grado di aderire perfettamente al viso coprendo naso, bocca e mento. Un mascherina che non aderisce bene può infatti far uscire (o entrare) aria con goccioline contaminate più facilmente, dunque deve essere comoda, delle dimensioni giuste e deve poter essere regolata facilmente attraverso legacci ed elastici. Fondamentale è lavarsi sempre bene le mani prima e dopo la manipolazione delle mascherine, che ovviamente non vanno condivise con altri e devono essere sempre sostitute/lavate quando si sporcano o bagnano.

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