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Covid 19

Speranze da due farmaci candidati progettati per uccidere il coronavirus

Un team di ricerca guidato da scienziati dell’Accademia Cinese delle Scienze ha scoperto due molecole potenzialmente efficaci contro il coronavirus SARS-CoV-2. I due farmaci candidati, 11a e 11b, in test in vitro e su modelli murini hanno dimostrato di inibire la replicazione del patogeno e dunque di ucciderlo. Ma i test sull’uomo sono ancora lontani.
A cura di Andrea Centini
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Scoperti due farmaci candidati "specifici" che potrebbero risultare efficaci nel contrasto alla COVID-19, l'infezione scatenata dal coronavirus SARS-CoV-2. Nel momento in cui stiano scrivendo, sulla base della mappa interattiva messa a punto dagli scienziati dell'Università Johns Hopkins, le persone contagiate nel mondo sono oltre 2,6 milioni, mentre quelle che hanno perso la vita a causa della malattia sono quasi 184mila (in Italia si contano 187mila positivi e 25mila deceduti). Ad oggi non esistono ancora né un vaccino né una cura specifica, e tutti i farmaci utilizzati per contrastare l'infezione da coronavirus sono utilizzati in protocolli off-label (fuori etichetta) e di uso compassionevole. In parole semplici, in principio erano progettati per il trattamento di altre patologie, e in diversi casi sono ancora in sperimentazione. Ma la ricerca procede a ritmi sostenuti e gli scienziati iniziano a individuare i primi farmaci candidati "su misura" potenzialmente efficaci contro il virus.

Il primo è stato messo a punto da scienziati tedeschi dell'Università di Lubecca, la molecola chiamata “13b”; adesso se ne aggiungono altre due, ovvero 11a e 11b. Si tratta di due composti del piombo messi a punto da un team di ricerca cinese guidato da ricercatori del CAS Key Laboratory of Receptor Research dell'Accademia Cinese delle Scienze, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'Istituto di Virologia di Wuhan (la città dalla quale l'epidemia si è diffusa nel mondo diventando pandemia), dell'Università di Medicina Cinese di Nanchino, del Westchina Hospital dell'Università del Sichuan e di altri istituti. Gli scienziati, coordinati dal professor Wenhao Dai dello Shanghai Institute of Materia Medica, sono riusciti a ottenere le due molecole “anti coronavirus” dopo aver studiato a fondo la sequenza genetica e la conseguente struttura molecolare del patogeno.

I due composti del piombo 11a e 11b sono progettati per colpire in modo specifico l'enzima proteasi del coronavirus SARS-CoV-2, che gioca un ruolo fondamentale nella replicazione una volta penetrato nelle cellule umane (il virus sfrutta la Proteina S o Spike, che scardina la parete cellulare e permette l'infezione). In test in vitro entrambi i composti hanno inibito in modo efficace la proteasi del coronavirus, e risultati promettenti sono stati replicati su modelli murini (topi). Tra le due molecole, la 11a è quella che ha presentato un miglior profilo di bassa tossicità, che dovrà tuttavia essere ampiamente dimostrata in altri studi prima del passaggio alla fase clinica (test sull'uomo). Il piombo, del resto, è un metallo particolarmente tossico e dunque la sicurezza dei farmaci candidati non è scontata. Ci vorrà inoltre molto tempo prima di vederli in commercio, qualora fossero effettivamente efficaci contro il coronavirus. I dettagli della ricerca cinese sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Science.

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