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Specie aliene nel Mediterraneo, rischio incontri spiacevoli in estate: ecco le più pericolose

Meduse, pesci e altri organismi marini provenienti da ecosistemi lontani hanno letteralmente colonizzato il Mar Mediterraneo, favoriti dal traffico marittimo, dall’apertura del Canale di Suez e dai cambiamenti climatici. Ecco quali sono quattro delle specie più pericolose che potreste incontrare questa estate.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Andrea Centini
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L'arrivo dell'estate collima con l'“invasione” delle spiagge del Bel Paese e gli immancabili tuffi nel mare, dove tuttavia è sempre più probabile fare incontri con ospiti poco graditi, le cosiddette specie aliene o esotiche. Sempre più diversificati e abbondanti, questi animali provenienti da ecosistemi lontani non solo rappresentano un rischio per gli equilibri ecologici, ad esempio occupando le medesime nicchie delle specie autoctone e alterando i naturali rapporti tra di esse, ma in alcuni casi sono potenzialmente pericolosi per l'uomo, sia per semplice contatto che attraverso l'ingestione. Tra le specie alloctone che preoccupano di più vi sono alcuni pesci, meduse e altri organismi; ecco quali sono i principali "nemici pubblici" finiti nel mirino dei biologi marini.

Il pesce scorpione (Pterois miles)

Bello come pochi e per questo amatissimo dagli appassionati di acquariofilia, il pesce scorpione o pesce leone (Pterois miles) rappresenta una delle specie aliene più emblematiche. Lungo fino a 50 centimetri, questo splendido pesce è caratterizzato da una schiera di lunghi raggi spinosi sul dorso che ricordano la criniera di un leone. Le spine sono associate a ghiandole velenifere che secernono una tossina pericolosa e potenzialmente fatale. Il rischio maggiore è quello di uno choc anafilattico nei soggetti sensibili. Le punture sono dolorosissime e il veleno resta attivo anche fino a 48 ore dopo la morte del pesce. Incontrarne uno durante una nuotata estiva può essere affascinante, ma è necessario mantenersi a debita distanza. I primi esemplari finirono nelle reti dei pescatori del Mar Mediterraneo all'inizio degli anni '90 e destarono curiosità e sconcerto; si tratta di pesci che vivono normalmente nel Mar Rosso, e che sono penetrati nel Mare Nostrum in seguito a migrazione lessepsiana dal Canale di Suez. Questo canale è un'opera artificiale che ha messo in comunicazione diretta due ambienti molto diversi fra loro, e anche a causa dei cambiamenti climatici sono stati favoriti i passaggi di specie aliene verso il Mar Mediterraneo.

Credit: Michael Gäbler
Credit: Michael Gäbler

Pesce palla argenteo o maculato (Lagocephalus sceleratus)

Il pesce palla argenteo (Lagocephalus sceleratus), conosciuto anche come pesce palla maculato, come il pesce scorpione è giunto nel Mediterraneo dal Mar Rosso attraverso il Canale di Suez. Il primo esemplare fu catturato nei pressi di Lampedusa nel 2013, e successivamente ne sono stati avvistati e catturati altri nelle acque siciliane e nel Mar Adriatico. Si tratta di una delle specie aliene che più preoccupa gli esperti, non solo per l'impatto ambientale, ma soprattutto per la sua tossicità. È estremamente velenoso a causa di una potentissima neurotossina (Tetradotossina) presente nella sua pelle, nel fegato e in altri organi, che può uccidere in poche ore dopo l'ingestione. Provoca paralisi respiratoria e gravi scompensi cardiocircolatori. Rappresenta un rischio soprattutto per i pescatori dilettanti, che aumentano esponenzialmente durante l'estate. C'è chi potrebbe catturarlo e cucinarlo mettendo in serissimo pericolo tutti i commensali; il veleno del pesce palla argenteo, che ha già mietuto vittime in Israele ed Egitto, è resistente alla cottura.

Credit: Martin
Credit: Martin

Caravella portoghese (Physalia physalis)

Benché si tratti di una specie oceanica che vive molto al largo, la caravella portoghese (Physalia phisalys) è ormai diventata un'ospite fissa del Mar Mediterraneo. Non è una medusa ma un sifonoforo, un celenterato composto da quattro distinti organismi (in simbiosi) che danno vita a una creatura tanto affascinante quanto pericolosa. I suoi lunghissimi tentacoli urticanti – in alcuni esemplari possono arrivare a 30/50 metri – possiedono una tossina estremamente urticante, capace di indurre dolori lancinanti. È raramente letale, ma può indurre choc anafilattico e anche annegamento a causa del dolore insopportabile che può provocare. Il suo veleno differisce da quello delle meduse e va trattato in modo diverso, per questo in caso di puntura è necessario rivolgersi prontamente al personale sanitario. Fortunatamente la si vede e riconosce con facilità per la sua caratteristica “vela” superficiale, i cui colori spaziano da tonalità rosate, al viola al blu.

Credit: Andrea Centini
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La medusa Rhopilema nomadica

L'enorme medusa Rhopilema nomadica, che può arrivare a 60 centimetri di diametro per oltre 10 chilogrammi di peso, è un'altra specie aliena proveniente dal Canale di Suez. Negli ultimi anni è stata avvistata varie volte nel Mar Mediterraneo ed è considerata una delle specie invasive più pericolose e da tenere sotto controllo. Non solo si tratta di una specie estremamente urticante, ma tende a colonizzare le coste con vere e proprie invasioni. In Israele ed Egitto ha causato danni economici ingentissimi, costringendo a chiudere intere spiagge dedicate alla balneazione. Poiché tende ad arrivare in massa in acque basse può rappresentare un serio problemi anche per i filtri dei depuratori, che possono finire irrimediabilmente otturati e danneggiati dalle meduse risucchiate. Riconoscerle è abbastanza semplice poiché sono sensibilmente più grandi delle nostre e di colore biancastro.

Credit: Kimonas Markoulis
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