Sotto le Eolie c’è un sito idrotermale unico nel Mediterraneo: cos’è la Smoking Land
Tra la piccola isola di Panarea e l'isolotto di Basiluzzo, nel cuore delle Eolie, è stato scoperto un nuovo e vasto sito idrotermale dal quale emergono 39 camini vulcanici, diversi per forme e dimensioni. Il sito, posizionato tra i 70 e gli 80 metri di profondità nelle acque dell'affascinante arcipelago siciliano, è stato individuato nel 2015, ma solo oggi ne sono state diffuse tutte le caratteristiche in un approfondito studio ad hoc. L'area, chiamata “Smoking Land” (terra che fuma) a causa dell'intensa attività esalativa, è stata teatro di una lunga missione di ricerca che ha visto il coinvolgimento di diversi enti italiani, tra i quali l’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Ismar-Cnr), l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv). Hanno collaborato anche la Marina Militare e alcuni atenei.
Quello scoperto sotto alle Eolie (conosciute anche col nome di Lipari) non è un comune sito idrotermale poiché presenta caratteristiche uniche nel Mediterraneo, riscontrate soltanto in alcune aree oceaniche. I 39 camini individuati hanno una forma generalmente conica e il loro diametro medio è di circa 4 metri, mentre le altezze variano da 1 a 4 metri, come ha sottolineato il dottor Federico Spagnoli, uno degli autori dell'indagine. Sono composti prevalentemente da ossidrossidi di ferro amorfi e con bassi contenuti di cristalli. Dei 39 camini, 14 emettono fluidi idrotermali acidi e a bassa temperatura; alcuni sono ricchi di gas, prevalentemente anidride carbonica. Gli studiosi hanno trovato un'ampia varietà di organismi che vive a contatto con questi camini, in particolar modo alghe rosse, l'alga verde Flabiella petiolata, spugne, briozoi, vermi policheti e altri ancora.
Ma come è stata scoperta la Smoking Land? La ricerca fu catalizzata dall'intensa attività esalativa registrata nel 2002 tra gli isolotti che circondano la piccola Panarea. Da allora gli scienziati hanno condotto numerose spedizioni a bordo nelle navi da ricerca Astrea ed Urania del CNR e alcuni mezzi della Marina Militare, fino a quando, grazie all'utilizzo di un ROV (un piccolo robot sottomarino guidato da remoto), nel 2015 non è emerso lo spettacolare paesaggio vulcanico, i cui dettagli sono stati pubblicati sulla rivista PloS ONE. Solo alcune settimane addietro un team di ricerca internazionale ha trovato sepolto sotto i sedimenti del mare australiano un altro paesaggio vulcanico, che ricorda molto da vicino il regno di Mordor de Il Signore degli Anelli.
[Credit: Ismar-Cnr]