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Antichissimo paesaggio vulcanico emerge dal mare australiano: è come il regno di Mordor

Attraverso una tecnica per mappare l’ambiente un team internazionale di studiosi ha scoperto in Australia un affascinante paesaggio sottomarino che ricorda molto da vicino il tetro regno di Mordor del Signore degli Anelli.
A cura di Andrea Centini
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Immagine ottenuta con la sismica a riflessione 3D
Immagine ottenuta con la sismica a riflessione 3D

Sepolto sotto i sedimenti del mare australiano è stato scoperto uno spettacolare paesaggio vulcanico che ricorda molto da vicino il regno di Mordor, la terra oscura immaginata dallo scrittore britannico J.R.R. Tolkien nella celebre opera “Il Signore degli Anelli”. I pennacchi e i vulcani di roccia nera che si elevano dal pavimento marino, infatti, sono molto simili alle tetre e taglienti montagne scalate da Frodo e Sam, e raggiungono i 625 metri di altezza. Le singole colate laviche che formano il complesso, 26 in tutto, hanno invece una lunghezza che va dai 500 metri ai 34 chilometri e una larghezza compresa tra 1 e 15 chilometri.

L'affascinante formazione geologica, scoperta da un team di ricerca internazionale composto da studiosi dell'Università di Adelaide (Australia), dell'Università di Aberdeen (Scozia) e della Commonwealth Scientific and Industrial Research Organization (CSIRO), si sarebbe formata in seguito a imponenti eruzioni avvenute 35 milioni di anni fa, e sino ad oggi è rimasta protetta e incontaminata lontana da occhi indiscreti.

Ma come hanno fatto gli scienziati a trovare "il regno di Mordor d'Australia", tenendo presente che è sepolto dai sedimenti del fondale marino, a loro volta siti a circa 300 metri dalla superficie dell'acqua? L'equipe guidata dal professor Peter Reynolds, ricercatore presso il Centre for Tectonics, Resources and Exploration presso la Australian School of Petroleum, hanno sfruttato una tecnica chiamata “sismica a riflessione 3-D”, un metodo di analisi geofisica che permette di mappare accuratamente l'ambiente. Viene utilizzata normalmente per cercare giacimenti petroliferi sottomarini, e il suo funzionamento, basato sulla lettura delle onde riflesse, è molto simile a quello di un sonar.

“I flussi di lava sottomarina sono molto più difficili da studiare rispetto alle loro controparti sulla superficie terrestre a causa della loro inaccessibilità, e la tecnologia che abbiamo usato è simile in vari modi a ciò che viene utilizzato per produrre immagini ad ultrasuoni sulla Terra”, ha sottolineato il coautore dello studio Nick Schofield, ricercatore dell'ateneo scozzese. Poiché i due terzi dell'attività vulcanica sulla Terra avviene proprio sotto i mari, studiare queste antiche colate laviche può aiutare gli scienziati a formulare modelli più accurati sull'evoluzione delle eruzioni. I dettagli sull'affascinante paesaggio vulcanico sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata American Geophysical Union Journal.

[Credit: Aberdeen University]

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