Smart working associato a nuovi problemi di salute per il 64% dei lavoratori

Tra le numerose misure introdotte per contenere la diffusione del coronavirus SARS-CoV-2 vi è anche lo smart working, il lavoro "flessibile" da casa, che è stato incentivato (quando non reso obbligatorio) per tutte quelle professioni che lo rendono possibile. Ci sono diverse aziende – tra le quali il colosso americano Microsoft – che hanno persino deciso di consentire il lavoro da casa in modo permanente per chi lo desidera, anche dopo la fine della pandemia di COVID-19. Si tratta di una “manna dal cielo” per chi magari ha figli piccoli, deve fare lunghi spostamenti per raggiungere il luogo di lavoro o semplicemente non ama il traffico e la vita frenetica che spesso tocca a chi lavora in un ufficio. Ciò nonostante, il lavoro da casa non presenta solo dei vantaggi, perlomeno non per tutti, e c'è anche dazio da pagare in termini di salute fisica e mentale, se non tutto funziona come dovrebbe. Secondo un nuovo studio, infatti, durante i primi mesi della pandemia ben il 64 percento dei lavoratori in smart working ha sperimentato nuovi problemi di salute fisica, mentre il 75 percento ha sviluppato almeno un nuovo problema di salute mentale (ma quest'ultimo effetto può essere legato almeno in parte alla pandemia in sé e non al lavoro da casa).
A determinare che lo smart working può aumentare i problemi di salute è stato un team di ricerca americano composto da scienziati di vari istituti dell'Università della California del Sud, tra i quali l'USC Institute for Creative Technologies e la Chan Division of Occupational Science and Occupational Therapy. I ricercatori, coordinati dal dottor Yijing Xiao e dal professor Burcin Becerik-Gerber, entrambi del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell'ateneo di Los Angeles, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver coinvolto in un sondaggio online (svolto tra il 24 aprile e l'11 giugno di quest'anno) migliaia di partecipanti. Dopo aver analizzato le risposte hanno incluso nello studio statistico 988 interviste. Le domande erano volte a raccogliere informazioni sullo stato di salute fisica e mentale e determinare se vi fossero nuove problematiche rispetto al periodo pre-pandemico, quando i partecipanti si recavano regolarmente a lavoro nei propri uffici.
Come indicato, il 64 percento degli intervistati in smart working ha dichiarato di aver sviluppato almeno un nuovo problema di salute fisica, così come il 75 percento ha affermato di avere un nuovo problema di salute mentale, come ansia, stress, sintomi depressivi e simili. Xiao e colleghi hanno anche osservato che le donne avevano un rischio maggiore di sviluppare nuovi problemi di natura psicofisica rispetto ai colleghi uomini (oltre che di manifestare sintomi depressivi). Per chi aveva figli piccoli, al contrario, si evidenziava un miglioramento del benessere mentale e fisico, anche se questa categoria aveva maggiori probabilità di sperimentare una nuova problematica psicofisica. I problemi di salute mentale si riducevano per chi aveva un figlio adolescente. Per quanto concerne la gestione del lavoro, il 75 percento dei partecipanti ha dichiarato di aver modificato i propri orari per venire incontro alle esigenze dei colleghi, inoltre il tempo trascorso dietro al computer è aumentato in media di 1,5 ore rispetto a quello trascorso in ufficio. Le distrazioni casalinghe, la riduzione delle comunicazioni con i colleghi e l'aumento delle richieste lavorative hanno anche ridotto la produttività rispetto al periodo pre-pandemico. Parallelamente sono aumentati l'assunzione di cibo spazzatura (come dimostra un nuovo studio c'è stato un boom di fame nervosa) e la sedentarietà, così come è diminuita l'attività fisica.
Gli autori dello studio sottolineano che buona parte dell'impatto negativo dello smart working sulla salute era legato all'inadeguatezza delle postazioni (illuminazione, temperatura, posizione, seduta etc etc erano tra i fattori più significativi), così come il fatto che non tutti disponevano a casa di uno spazio riservato dove poter lavorare in tranquillità. Quasi il 50 percento degli intervistati doveva condividere la stanza di lavoro con altri membri della famiglia, con tutto ciò che ne conseguiva in termini di scarsa concentrazione. “La qualità dello spazio di lavoro domestico è importante; avere uno spazio di lavoro dedicato segnala agli altri che sei occupato e riduce al minimo le possibilità di essere distratto e interrotto. Maggiore soddisfazione per i fattori di qualità ambientale del proprio spazio di lavoro, come l'illuminazione e la temperatura, è associata a una minore possibilità di avere nuovi problemi di salute. Inoltre, sapere come regolare il tuo spazio di lavoro aiuta con la salute fisica”, ha dichiarato il professor Becerik-Gerber in un comunicato stampa. I dettagli della ricerca “Impacts of Working from Home during COVID-19 Pandemic on Physical and Mental Well-Being of Office Workstation Users” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Journal of Occupational and Environmental Medicine.