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Senza contenere le emissioni, il livello del mare può salire di oltre 1 metro entro il 2100

Un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell’Università Tecnologica Nanyang di Singapore ha determinato che se non faremo nulla per contenere le emissioni dei gas a effetto serra, il livello del mare potrebbe salire di oltre un metro entro il 2100. Contenendole a 2°C l’innalzamento del mare sarebbe comunque di 0,5 metri.
A cura di Andrea Centini
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Se non faremo nulla per contenere le emissioni dei gas a effetto serra, e in particolar modo dell'anidride carbonica (CO2), entro il 2100 si potrebbe verificare un innalzamento del livello del mare di oltre un metro. Questo aumento determinerebbe effetti catastrofici lungo le coste di moltissimi Paesi, con intere regioni sommerse e un impatto sociale ed economico dagli esiti imprevedibili. A pagare il prezzo più caro, tuttavia, sarebbero le isole oceaniche, in particolar modo gli atolli del Pacifico, moltissimi dei quali sparirebbero per sempre dalle cartine geografiche.

A ipotizzare questo scenario catastrofico è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell'Università Tecnologica Nanyang di Singapore, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Potsdam Institute for Climate Impact Research, dell'Istituto di Fisica e Astronomia dell'Università di Potsdam (Germania), del Dipartimento di Geografia dell'Università di Durham (Regno Unito), del Dipartimento di Scienze della Terra e Oceaniche dell'Università Tufts e di altri istituti. Gli scienziati, coordinati dal professor Benjamin P. Horton, docente presso l'Asian School of the Environment dell'ateneo di Singapore, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver coinvolto i massimi esperti di clima che si sono occupati di previsioni sull'innalzamento del livello del mare.

Horton e colleghi hanno contattato ben 106 specialisti di atenei di tutto il mondo; per essere selezionati, dovevano avere a curriculum almeno sei recenti articoli scientifici sull'argomento, pubblicati dal 2014 ad oggi su accreditate riviste scientifiche. Poiché le diverse indagini sono arrivate a conclusioni non sempre concordi, con questo “sondaggio” gli autori dello studio hanno in pratica voluto fare una media delle previsioni, e individuare così quella più probabile, sulla base di un'accurata analisi dei dati. Questo lavoro, ha spiegato il professor Horton, è utile anche per i decisori politici, che devono muoversi attraverso una selva di informazioni scientifiche, a volte contrastanti fra loro.

Le conclusioni dello studio sono le seguenti: se non faremo nulla per contenere le emissioni di carbonio, e se non riusciremo a centrare alcun obiettivo dell'Accordo di Parigi sul Clima del 2015 (che prevede di contenere l'aumento delle temperature medie rispetto all'epoca preindustriale di 2° C, o ancor meglio di 1,5° C), l'innalzamento del livello dei mari – legato allo scioglimento dei ghiacciai – sarà di oltre un metro entro il 2100. Se riusciremo a centrare l'obiettivo dei 2° C, l'aumento sarà di 0,5 metri entro il 2100 e compreso tra 0,5 metri e 2 metri entro il 2300. Se le temperature medie saliranno fino a 4,5° C in più, per il 2100 possiamo attenderci un aumento compreso tra 0,6 e 1,3 metri, mentre per il 2300 tale aumento sarà tra 1,7 e 5,6 metri.

Se realmente nel 2300 si dovesse arrivare a un innalzamento del mare di quasi 6 metri, le cartine geografiche saranno letteralmente stravolte. Ma effetti catastrofici, come specificato, si avranno già con un solo metro in più. Alla luce di questi risultati, gli autori dello studio sottolineano l'importanza di perseguire politiche di basse emissioni, allontanando scenari apocalittici che avrebbero effetti ben più devastanti di quelli provocati dalla pandemia di coronavirus SARS-CoV-2. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Climate and Atmospheric Science del circuito Nature.

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