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Se hai questi sintomi potresti soffrire di Long Covid

Un team di ricerca britannico guidato da scienziati dell’Università di Birmingham ha determinato che i pazienti contagiati dal coronavirus SARS-CoV-2 che sperimentano cinque o più sintomi nella prima settimana dell’infezione hanno un rischio maggiore di Long Covid. Ecco quali sono i sintomi più comuni della condizione.
A cura di Andrea Centini
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Per molti pazienti che sopravvivano alla COVID-19, l'infezione provocata dal coronavirus SARS-CoV-2, la condizione patologica non si esaurisce col superamento della fase acuta della malattia, ma prosegue per mesi e mesi a causa di una serie di sintomi che riduce in modo significativo la qualità della vita. Si tratta della Long Covid, conosciuta anche come postumi della COVID-19 a lungo termine o sindrome post-COVID-19, che in base a un recente studio condotto negli Stati Uniti interessa circa il 25 percento dei guariti. L'aspetto più preoccupante è che non colpisce solo coloro che hanno sperimentato la forma grave dell'infezione e chi è finito in ospedale, ma anche pazienti paucisintomatici e gli asintomatici. Non a caso l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) si aspetta una vera e propria ondata di pazienti con Covid Lungo, alla luce del numero enorme di contagi in tutto il mondo (al momento quasi 190 milioni, in base alla mappa dell'Università Johns Hopkins). Si stima un impatto socio-economico devastante, a causa dell'enorme numero di ore di lavoro perdute.

Ora una nuova indagine ha evidenziato che le persone che sperimentano cinque o più sintomi durante la prima settimana dell'infezione hanno un rischio sensibilmente superiore di sviluppare la Long Covid, indipendentemente da fattori come età e sesso. A determinarlo è stato un team di ricerca britannico guidato da scienziati dell'Istituto di ricerca sanitaria applicata dell'Università di Birmingham, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Centro di ricerca applicata del National Institute for Health Research (NIHR) West Midlands, di Aparito Limited, dello University Hospitals Birmingham NHS Foundation Trust e di altri istituti britannici. Gli scienziati, coordinati dal professor Olalekan Lee Aiyegbusi, vicedirettore del Center for Patient Reported Outcomes Research (CPROR) dell'ateneo di Birmingham, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto un approfondito studio di revisione su precedenti indagini dedicate alla condizione.

I ricercatori hanno determinato che i dieci sintomi più comuni nei pazienti con Long Covid sono: affaticamento; difficoltà respiratorie (dispnea); dolori muscolari (mialgia); tosse; mal di testa; dolori articolari; dolore al petto; odore alterato (parosmia); diarrea e gusto alterato (disgeusia). Tra gli altri sintomi comuni evidenziati dagli esperti figurano anche deterioramento cognitivo, perdita di memoria, ansia e disturbi del sonno. Nel complesso i pazienti con Long Covid sperimentano una qualità della vita significativamente ridotta, problemi di salute mentale e difficoltà occupazionali. Molti non riescono persino a tornare a lavoro dopo aver superato la fase acuta dell'infezione. Il professor Lee Aiyegbusi e i colleghi hanno determinato che i pazienti più a rischio di sviluppare la Long Covid hanno le seguenti caratteristiche: età avanzata; sesso femminile; ricovero in ospedale all'insorgenza dei sintomi; dispnea iniziale; dolore toracico; anomalie nell'auscultazione (suoni dal cuore, polmoni o altri organi); e comorbilità, in particolar modo l'asma). Anche la necessità di essere tratti con l'ossigeno, l'ipertensione e malattie polmonari croniche sono state associate al rischio di Covid Lungo. Come indicato, tuttavia, avere cinque o più sintomi nella fase iniziale dell'infezione era un indice particolarmente significativo di rischio, indipendente da altre condizioni.

“Ci sono prove che l'impatto della COVID-19 sui pazienti, indipendentemente dalla gravità, si estende oltre il ricovero in ospedale, portando a problemi nella qualità della vita, di salute mentale e di occupazione in corso. Le persone che vivono con COVID da lungo tempo si sentono generalmente abbandonate dagli operatori sanitari e ricevono consigli limitati o contrastanti. Più di un terzo dei pazienti in uno degli studi inclusi nella revisione hanno riferito di sentirsi ancora malati o in condizioni cliniche peggiori a otto settimane rispetto all'inizio del COVID-19”, ha dichiarato in un comunicato stampa il professor Lee Aiyegbusi, sottolineando le conseguenze sanitarie e sociali estremamente significative della condizione. I ricercatori hanno rilevato una similitudine nei pazienti sopravvissuti alla SARS e alla MERS, patologie causate da betacoronavirus “cugini” del SARS-CoV-2; nel 25 percento dei casi, infatti, a sei mesi dalle dimissioni i pazienti presentavano ancora difficoltà respiratorie e nell'esercizio fisico.

Ad oggi non si conoscono né i meccanismi scatenanti della Long Covid né la ragione per cui alcune persone sono più suscettibili di altre, limitando lo sviluppo di nuove terapie, come sottolineato dal team britannico. È dunque necessario continuare a studiare a fondo la clinica della condizione per mettere a punto nuovi modelli di assistenza per i pazienti. I dettagli della ricerca “Symptoms, complications and management of long COVID: a review” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Journal of the Royal Society of Medicine.

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