Scoperti 160 nuovi potenziali farmaci contro la COVID: quali sono i più efficaci
Sebbene i vaccini contro il coronavirus SARS-CoV-2 hanno dimostrato ampia efficacia nella prevenzione della COVID-19, sui farmaci per trattare la forma grave e potenzialmente fatale della malattia c'è ancora molto lavoro da fare. Oltre al desametasone e ad altri corticosteroidi che hanno evidenziato la capacità di ridurre il tasso di mortalità, c'è infatti bisogno di antivirali specifici in grado di colpire la replicazione virale e altri processi che rendono l'infezione del patogeno pandemico così insidiosa. Una speranza giunge da un nuovo studio internazionale che, grazie all'apprendimento automatico, è riuscito a identificare ben 160 potenziali nuovi farmaci contro la COVID-19.
A condurre la ricerca è stato un team di scienziati britannici del Milner Therapeutics Institute dell'Università di Cambridge, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'Istituto di virologia – FB10-Medicina veterinaria dell'Università Justus-Liebig (Germania), del Centre for Therapeutics Discovery di LifeArc, della società Data and Computational Sciences – GSK e di altri istituti. Gli scienziati, coordinati dal professor Tony Kouzarides, docente presso il Gurdon Institute e il Dipartimento di Patologia dell'ateneo britannico, sono giunti alle loro conclusioni combinando la biologia computazionale e l'intelligenza artificiale. In parole semplici, attraverso l'apprendimento automatico hanno creato una mappa di tutte le proteine coinvolte nell'infezione del coronavirus SARS-CoV-2, sia quelle che aiutano il virus a legarsi al recettore ACE2 delle cellule umane attraverso la proteina S o Spike che quelle che si generano dopo l'invasione.
Grazie a questa "mappa" l'intelligenza artificiale ha identificato due tipologie di bersagli: le proteine fondamentali nell'infezione e i processi biologici che si attivano durante l'aggressione virale. Incrociando questi dati con una banca di oltre 2mila farmaci già approvati contro altre condizioni, il professor Kouzarides e i colleghi hanno scoperto 200 farmaci potenzialmente efficaci contro la COVID-19 (126 contro la replicazione virale e 74 coinvolti nella risposta immunitaria). Fra essi in 40 sono già coinvolti nella sperimentazione clinica, vengono cioè testati sull'uomo, mentre gli altri 160 sono ancora sugli appunti o nella fase preclinica, vengono cioè testati su modelli animali e/o cellule in coltura. Tra le molecole più efficaci contro la replicazione virale, uno dei meccanismi nevralgici dell'infezione, gli scienziati hanno determinato che l'antimalarico proguanil e la sulfasalazina, utilizzata ad esempio contro l'artrite reumatoide e il morbo di Crohn, possono rappresentare un'arma particolarmente preziosa nel prevenire e curare la malattia. Testati su linee cellulari in laboratorio, infatti, hanno offerto risultati molto promettenti.
“Il nostro studio ci ha fornito informazioni inaspettate sui meccanismi alla base della COVID-19 e ci ha indicato alcuni farmaci promettenti che potrebbero essere riutilizzati per il trattamento o la prevenzione dell'infezione”, ha dichiarato il coautore dello studio Namshik Han in un comunicato stampa. “Riteniamo che il nostro approccio sarà utile per rispondere rapidamente a nuove varianti del SARS-CoV2 e ad altri nuovi agenti patogeni che potrebbero provocare future pandemie”, ha aggiunto l'esperto. Naturalmente l'efficacia e la sicurezza di tutte le molecole individuate dovrà essere dimostrata in approfonditi studi clinici. I dettagli della ricerca “Identification of SARS-CoV-2–induced pathways reveals drug repurposing strategies” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica ScienceAdvances.