Scoperte crepe sulla Stazione Spaziale Internazionale: timori per la sicurezza degli astronauti
La Stazione Spaziale Internazionale continua a non avere pace. Dopo il misterioso foro scoperto nel 2018 sulla navetta Soyuz attraccata all'ISS – che per i russi sarebbe stato praticato da una astronauta statunitense per tornare prima a casa – e l'incredibile incidente di agosto causato dal modulo Nauka, i cui propulsori “impazziti” sono stati in grado di modificare l'assetto del laboratorio orbitante, negli ultimi giorni sono state trovate alcune nuove crepe. Altre due erano state scoperte (e immediatamente sigillate) nel mese di marzo dai cosmonauti russi. Si tratta dunque dell'ultimo di una lunga serie di problemi che sta investendo la grande stazione spaziale, in orbita dal 1998 a 400 chilometri di quota, dove sfreccia a poco meno di 30mila chilometri.
Ad annunciare la scoperta delle nuove crepe è stato il dottor Vladimir Solovyov, ingegnere capo presso la società spaziale e missilistica Energia. Il dirigente ha dichiarato all'agenzia di stampa russa RIA che le crepe sono state identificate nel modulo russo Zarja (Alba), noto anche con il nome Functional Cargo Block. Zarja è stato praticamente il primo modulo dell'ISS a essere lanciato in orbita ed è stato fondamentale nelle prime fasi dell'assemblaggio, dato che ha fornito energia e propulsione. A seguito dell'installazione di moduli più avanzati, lo Zarja è stato trasformato in un deposito, mentre i suoi serbatoi ospitano propellente di scorta. La scoperta delle crepe evidenzia che il modulo inizia a avvertire i segni del tempo, un segno da non sottovalutare. “Questo è un problema e suggerisce che le crepe inizieranno a diffondersi nel tempo”, ha affermato Solovyov alla RIA, come riportato dalla Reuters.
Le crepe scoperte a marzo furono invece individuate in un altro modulo, lo Zvezda, dove si trovano gli alloggi di due cosmonauti russi, oltre a sistemi per il supporto vitale della ISS e il backup dei sistemi di supporto vitale per la porzione statunitense della stazione. Secondo gli esperti della NASA e della ROSCOMOS (l'agenzia spaziale russa), le due piccole fessure erano responsabili di una perdita d'aria (e relativo calo di pressione) la cui fonte era ricercata da tempo. Non è stato confermato se anche le crepe del modulo Zarja siano coinvolte in una perdita d'aria. Il fatto che ne siano state trovate diverse – e non tutte sugli stessi moduli – suggerisce che la situazione possa deteriorarsi sensibilmente nel prossimo futuro. Secondo Solovyov dopo il 2025 potrebbero esserci "molte apparecchiature danneggiate" sulla ISS, a causa dell'inevitabile passare del tempo.
Al momento la vita operativa della stazione spaziale non dovrebbe andare oltre il 2028, quando dovrebbe essere smantellata e i suoi moduli parzialmente riutilizzati per altri progetti. La ROSCOMOS dovrebbe restare coinvolta con i suoi astronauti fino al 2024, sebbene sia disponibile a prolungare ulteriormente il proprio impegno a bordo anche oltre. La speranza è che le piccole crepe recentemente individuate non siano il segnale di problemi strutturali più importanti, in grado di mettere a repentaglio la salute dell'equipaggio. Ciò che è certo è che dopo 23 anni di onorato servizio l'età inizia a farsi sentire e nelle prossime missioni sarà sempre più importante scoprire rapidamente le fonti di eventuali anomalie.