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Rarissima aquila del Bonelli uccisa a fucilate in Sardegna da un cacciatore di frodo

Una magnifica e rarissima aquila del Bonelli è stata abbattuta da un cacciatore di frodo nella Sardegna meridionale. L’uccello rapace ucciso a fucilate appartiene a una specie fortemente protetta, che sull’isola era scomparsa da una trentina di anni a causa delle continue persecuzioni. Recentemente è stata reintrodotta con un programma di ripopolamento e si attendono le prime nidificazioni.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Artemy Voikhansky
Credit: Artemy Voikhansky

Una rarissima aquila del Bonelli (Aquila fasciata) è stata abbattuta con una fucilata a Giba, un piccolo comune di duemila anime incastonato nel Sulcis, nel Sud della Sardegna. Si tratta di un atto di bracconaggio estremamente grave, poiché questo magnifico rapace – appartenente a una specie fortemente protetta – si era estinto sull'isola dagli anni '80 del secolo scorso. I pochi esemplari oggi presenti, per i quali si attendono le prime nidificazioni, sono stati reintrodotti di recente attraverso specifici programmi di ripopolamento. La morte di un singolo esemplare rappresenta dunque un vero e proprio dramma e un ostacolo al preziosissimo lavoro compiuto da volontari e studiosi, volto a riportare agli antichi splendori le popolazioni sarde del maestoso rapace.

Credit: Francesco Veronesi
Credit: Francesco Veronesi

Le popolazioni di aquila del Bonelli, così chiamata in omaggio all'ornitologo ed entomologo italiano Franco Andrea Bonelli, si stanno diradando in varie parti d'Europa a causa dei cacciatori di frodo e della distruzione degli habitat naturali. Molti esemplari muoiono a causa della elettrocuzione indotta dai pali della luce, dove spesso questi animali si appostano in attesa di una preda. La popolazione europea più grande si trova in Spagna, ma diverse coppie nidificanti sono presenti anche in Sicilia. Come indicato, in passato questo splendido uccello rapace era diffuso anche in Sardegna, ma già negli anni '70, a causa della costante persecuzione, anche con cibo avvelenato, gli ornitologi ne avevano contate soltanto tre coppie nidificanti. A decenni dalla scomparsa sono iniziati i progetti di ripopolamento, dei quali faceva parte lo sfortunato esemplare abbattuto a Giba. Lo scorso anno erano stati rilasciati cinque esemplari nel Parco di Tepilora, Sant'Anna e Rio Posada in provincia di Nuoro. Come indicato, si tratta di aquile maestose, con un'apertura alare che arriva a sfiorare i 180 centimetri e un peso di circa due chilogrammi per le femmine, che sono più grandi dei maschi. La specie è a rischio estinzione solo a livello locale; a livello globale è infatti classificata con codice LC (rischio minimo) nella Lista Rossa dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN).

Credit: Paco Gómez
Credit: Paco Gómez

L'abbattimento dell'esemplare ha sdegnato profondamente le associazioni ambientaliste, in particolar modo la LIPU, che ha chiesto al presidente del Consiglio, al ministro dell'Ambiente e al governo tutto di prendere iniziative rigorose contro questi barbari atti di bracconaggio, compresa la sospensione a tempo indeterminato della caccia su tutta la Sardegna. Anche perché il piano antibracconaggio stenta a decollare e continuano a esserci uccisioni di uccelli fortemente protetti, proprio come l'aquila del Bonelli. Basti pensare che nei giorni scorsi è stato colpito a fucilate anche un rarissimo falco pescatore, mentre diversi sono stati gli ibis eremita – una specie in pericolo critico di estinzione – uccisi nei pressi della laguna di Orbetello, dove anch'essi fanno parte di un programma di reintroduzione a livello internazionale. Le Guardie Ambientali della Sardegna si sono scagliate contro il responsabile dell'abbattimento dell'aquila del Bonelli con parole al vetriolo, condannandolo con un post pubblicato su facebook.

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