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Covid 19

Questo esperimento mostra chiaramente perché le mascherine ci proteggono dal coronavirus

Il professor Richard Davis, direttore del laboratorio di microbiologia clinica presso il Providence Sacred Heart Medical Center di Spokane (Washington), ha realizzato un semplice ma elegante esperimento che mostra come le mascherine riescono a bloccare efficacemente le goccioline che espelliamo mentre tossiamo, starnutiamo e parliamo.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Richard Davis
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Le mascherine, assieme al distanziamento sociale e al corretto lavaggio delle mani, rappresentano la principale “arma” in nostro possesso per spezzare la catena dei contagi durante la convivenza col coronavirus SARS-CoV-2. Secondo un recente studio spagnolo condotto da scienziati del Programma per il Clima e la Salute dell'autorevole Istituto per la Salute Globale (ISGlobal) di Barcellona, queste tre semplici misure, se ben seguite dalle comunità, potrebbero essere addirittura sufficienti per evitare la temuta “seconda ondata”. Le mascherine, in particolar modo, sono utili per bloccare il cosiddetto droplet, le goccioline che espelliamo dalla bocca quando tossiamo, starnutiamo o semplicemente parliamo. Numerosi studi hanno dimostrato l'efficacia delle mascherine chirurgiche, ma un semplice ed elegante esperimento realizzato dal direttore del laboratorio di microbiologia clinica presso il Providence Sacred Heart Medical Center di Spokane (Washington), il professor Richard Davis, ha reso il concetto ancora più semplice da comprendere e verificare.

Lo scienziato ha avuto l'idea di utilizzare le piastre di Petri con uno strato di agar, un gel naturale ottenuto dalle alghe rosse che viene sfruttato nei laboratori di tutto il mondo come base dei terreni di coltura per microorganismi. Questo perché l'agar può essere digerito dagli enzimi di moltissimi organismi, compresi batteri e funghi, pertanto permette di osservare con facilità i processi di crescita e moltiplicazione sulle piastre opportunamente preparate. Il professor Davis ha così pensato di tossire, starnutire, cantare e parlare verso l'agar, prima indossando una mascherina e poi senza, per mostrare come i batteri naturalmente presenti nella bocca riescono a passare agevolmente quando non c'è alcuna barriera ad ostacolare le goccioline. Naturalmente con questo esperimento non si può dimostrare direttamente la crescita di un virus come il coronavirus SARS-CoV-2, ma solo l'efficacia del “passaggio” del suo vettore, ovvero le goccioline.

Il professor Davis tossisce a 60 cm, 1.2 metri e 1.8 metri verso le piastre di Petri. Credit: R. Davis/Providence Sacred Heart Medical Center
Il professor Davis tossisce a 60 cm, 1.2 metri e 1.8 metri verso le piastre di Petri. Credit: R. Davis/Providence Sacred Heart Medical Center

Dopo aver piazzato le piastre di Petri a una quarantina di centimetri dalla bocca, lo scienziato ha iniziato il suo esperimento in più fasi. Nella prima ha simulato uno starnuto; nella seconda ha cantato per un minuto la canzone “Dear Theodosia” del musical Hamilton; nella terza ha parlato per un minuto; mentre nella quarta ha simulato due robusti colpi di tosse. I test sono stati ripetuti sia con mascherina chirurgica (certificata, con tre strati) che senza, e poi ha lasciato riposare le piastre con l'agar per 24 ore. A un giorno di distanza la differenza fra i terreni di coltura è stata enorme. La crescita dei batteri della bocca sulle piastre "difese" dalla mascherina è stata quasi nulla, mentre è risultata notevole su quelle investite dallo starnuto e dai due colpi di tosse e non protette dalla mascherina. I piatti risultano praticamente invasi dalla neo colonia batterica, come si può osservare la video sottostante. Più contenuta la crescita legata al canto e al semplice conversare, ma sempre sensibilmente più evidente sulle piastre non protette dalla mascherina.

“Le colonie di batteri mostrano dove sono atterrate le goccioline. Una mascherina le blocca praticamente tutte”, ha scritto il professor Davis in un post su Twitter, dove le fotografie del suo esperimento hanno riscosso notevole successo. Lo scienziato ha poi eseguito un secondo esperimento per mostrare anche l'efficacia del distanziamento sociale. Ha posizionato le piastre di Petri a 60 centimetri, 1,2 metri e 1,8 metri, e ha tossito forte per 15 secondi consecutivamente, prima con una mascherina e poi senza. In questo caso la mascherina ha praticamente bloccato l'arrivo dei batteri, mentre colonie si sono sviluppate su quelle non protette. Gli esperimenti del professor Davis mostrano chiaramente quanto il distanziamento sociale e le mascherine possano proteggerci da potenziali agenti patogeni, e dunque nel ridurre il rischio di contagio da parte di un virus respiratorio come quello responsabile dell'attuale pandemia.

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