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Covid 19

Quali sono i sintomi più comuni nei pazienti deceduti per COVID in Italia

Nell’ultimo bollettino dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) basato su circa 50mila pazienti deceduti in Italia a causa della COVID-19, l’infezione provocata dal coronavirus SARS-CoV-2, sono stati indicati i sintomi più comuni sperimentati prima del ricovero in ospedale. Ecco l’elenco in ordine di frequenza.
A cura di Andrea Centini
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Pur essendo un patogeno respiratorio, il coronavirus SARS-CoV-2 responsabile della COVID-19 può colpire quasi ogni distretto del nostro organismo nella forma grave e critica dell'infezione. I principali responsabili sono i coaguli di sangue e una risposta esagerata del sistema immunitario, la cosiddetta “tempesta di citochine”, che a sua volta può innescare la sindrome da distress respiratorio acuto o ARDS. Spesso l'ARDS è una malattia fatale. L'Istituto Superiore di Sanità (ISS) pubblica periodicamente bollettini relativi alle caratteristiche dei pazienti deceduti in Italia a causa dell'infezione, riportando interessanti informazioni su patologie preesistenti, età media e sintomi presenti già prima del ricovero.

Nell'ultimo bollettino datato mercoledì 25 novembre è stato coinvolto un campione di 49.931 pazienti deceduti, poco meno della metà dei quali (20.978, il 42 percento) ha perso la vita nella Regione Lombardia, la più duramente colpita durante la prima e la seconda ondata di contagi. L'età media dei pazienti deceduti risultati positivi al coronavirus SARS-CoV-2 dopo il tampone oro-rinofaringeo è di 80 anni, e mostra un leggerissimo calo (79 anni) nella quarta settimana di novembre. Tra i quasi 50mila decessi rilevati, le donne sono poco più di 21mila. Ciò significa che su tre decessi causati dalla COVID-19, due sono uomini. Per quanto concerne i sintomi rilevati prima del ricovero, come riportato dall'Istituto Superiore di Sanità il 71 percento presentava febbre; il 73 percento dispnea (le difficoltà respiratorie); il 34 percento la tosse; il 6 percento la diarrea e solo l'1 percento l'emottisi, cioè la perdita di sangue dalla bocca con colpi di tosse. L'8,1 percento dei pazienti deceduti a causa dell'infezione non presentava alcun sintomo al momento del ricovero. Ricordiamo che, a differenza dell'influenza, nella COVID-19 la febbre si manifesta prima della tosse più frequentemente, e l'evoluzione dei sintomi è più lieve e non repentina e virulenta.

In base ai dati diffusi dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), dai Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie americani (CDC – Centers for Disease Control and Prevention) e dal Ministero della Salute, il periodo di incubazione medio del coronavirus SARS-CoV-2 è di 4-5 giorni. Ciò significa che i sintomi si manifestano a circa 5 giorni dall'esposizione al patogeno (contagio), sebbene la “forchetta” del periodo d'incubazione spazi dai due giorni alle due settimane. I CDC sottolineano che circa il 40 percento delle infezioni è asintomatica, mentre del restante 60 percento con sintomi, un quinto evolve nella forma grave e potenzialmente letale della malattia. Come mostrano i dati dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS), le complicazioni si manifestano più spesso negli uomini anziani e con comorbilità, ovvero più patologie. Tra i 50mila deceduti inclusi nel bollettino, la media era di 3,6 patologie per paziente (il 65,7 percento ne aveva almeno tre). Solo il 3,2 percento del totale (178 pazienti) non aveva patologie preesistenti. Le malattie più diffuse erano Ipertensione arteriosa, Diabete mellito di Tipo-2, Cardiopatia Ischemica, Fibrillazione atriale e Demenza.

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