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Probiotici e flora intestinale: le verità da sapere per evitare di spendere soldi inutilmente

Nessuno mette in discussione l’importanza della flora batterica per la nostra salute, esiste piuttosto un fiorente mercato fatto di prodotti contenenti probiotici pubblicizzati spesso in maniera scorretta, promettendo benefici sulla salute del tutto infondati, o che necessitano ancora di essere verificati.
A cura di Juanne Pili
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Le nostre conoscenze sui probiotici e il modo in cui si specula sulla loro importanza nella pubblicità di diversi prodotti alimentari sono due cose molto diverse. Magari al posto di questo termine né sentiamo altri, come “fermenti lattici vivi” o “flora batterica”. Ne avevamo già accennato parlando dei falsi miti sullo Yogurt. Esiste un cospicuo business di prodotti alimentari che assicurano risultati benefici sulla nostra salute promettendo di agire sul nostro microbioma intestinale, potenziando le difese immunitarie e ristabilendo la nostra "naturale regolarità". C'è chi si spinge oltre sostenendo che questi prodotti diano un apporto significativo al trattamento di Parkinson, Alzheimer e asma. L'idea che assumere dei probiotici attraverso pillole o cibo possa avere effetti positivi sulla nostra salute non è rigettata in toto dai ricercatori, esistono diversi studi in merito, il problema è che non sono ancora definitivi.

Potenziare la flora batterica coi probiotici

Certamente esiste una cospicua popolazione di batteri che vivono in simbiosi con noi, abitano soprattutto il nostro intestino, sono importanti nella digestione ed esistono ricerche riguardanti il loro legame con la nostra salute ed il sistema immunitario.  Da qui a sostenere che assumendo probiotici attraverso determinati alimenti – persino nella birra – possiamo potenziare la nostra flora batterica avendo effetti curativi, ce ne passa. Sia chiaro: quel che si contesta non è il ruolo dei probiotici, quanto l’idea che incrementarli attraverso determinati alimenti possa avere effetti concreti sulla nostra salute.

Probiotici contro Parkinson, Alzheimer e asma

Si arriva anche a ritenere che gli alimenti addizionati di probiotici possano avere degli effetti nel trattamento di Parkinson e Alzheimer, questo perché si è effettivamente riscontrata una differenza nella flora batterica dei pazienti affetti da queste malattie, ma stabilire se siano la causa o l’effetto delle stesse è un quesito ben lungi dall’essere risolto, mentre sull'origine delle malattie neurodegenerative esistono ben altre ipotesi in gioco. Del resto sono stati condotti studi dove si evince che i bambini nati col cesareo hanno una riduzione della flora batterica, ma nessuno si sognerebbe di sostenere che questa sia la causa del modo in cui sono nati. Sulla inefficacia dell’assunzione di probiotici per far fronte all’asma e ad allergie di vario tipo sono stati già pubblicati degli studi importanti. In merito ai prodotti che promettono questi e altri benefici si è pronunciata anche la Efsa (Agenzia europea per la sicurezza alimentare), riscontrando l’assenza di prove concrete sulla loro efficacia.

Come si può agire davvero sul microbioma intestinale

Sostenere che assumere alimenti addizionati di probiotici possa dare dei benefici non è proprio una “bufala”. Esistono degli studi in merito, ma non hanno dato risultati significativi. Sappiamo che nei bambini in questo modo si potrebbero prevenire degli effetti collaterali provocati dall’assunzione di determinati antibiotici, ma anche in questo caso non esistono studi definitivi. Una ricerca pubblicata nel 2016 su Genome Medicine basata su sette trial clinici riguardanti soggetti sani, ha concluso che non sono stati riscontrati risultati significativi in buona parte dei soggetti analizzati. Buone notizie invece per chi non vuole farsi sorprendere dalla diarrea, vi sono infatti diversi casi in cui sono stati dimostrati dei benefici, così come per la colite. Qualche risultato di rilievo è stato riscontrato anche nel trapianto del microbioma intestinale, nell’ambito della batterioterapia fecale. Questa terapia ancora pionieristica è stata sperimentata anche in Italia.

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