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Covid 19

Possibile immunità anche dopo un’infezione lieve da coronavirus: rilevati anticorpi neutralizzanti

Un gruppo di ricerca francese guidato da scienziati dell’Istituto Pasteur di Parigi ha scoperto che anche chi viene colpito da una forma lieve della COVID-19, l’infezione provocata dal coronavirus SARS-CoV-2, sviluppa anticorpi neutralizzanti contro il patogeno. Al momento non è noto quanto tempo duri questa potenziale immunità contro la reinfezione.
A cura di Andrea Centini
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Dopo il contagio da coronavirus SARS-CoV-2, anche chi manifesta sintomi lievi che non richiedono il ricovero in ospedale sviluppa anticorpi neutralizzanti (IgG). In altri termini, nei pazienti colpiti da una forma debole della COVID-19 – l'infezione causata dal virus – si produrrebbe una certa immunità al patogeno, almeno fino a 40 giorni dopo l'insorgenza della sintomatologia. Ad oggi, tuttavia non si conosce né l'efficacia di questa protezione alle reinfezioni né la sua durata, dettagli considerati fondamentali dagli scienziati nel contrasto alla pandemia.

A determinare che anche le infezioni lievi da coronavirus SARS-CoV-2 innescano la produzione di immunoglobuline IgG è stato un team di ricerca francese guidato da scienziati dell'autorevole Istituto Pasteur di Parigi, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Centre hospitalier régional et universitaire (CHRU) di Strasburgo. Gli scienziati, coordinati dal professor Arnaud Fontanet, direttore del Dipartimento di Salute Globale presso l'istituto parigino, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato il sangue di 160 operatori sanitari dell'Ospedale Universitario di Strasburgo, tutti infettati dal coronavirus, ma con una manifestazione debole della patologia.

Fontanet e colleghi sono andati a “caccia” degli anticorpi attraverso due tecniche distinte, un cosiddetto test sierologico rapido e uno messo a punto dall'istituto Pasteur chiamato S-Flow. La capacità di neutralizzazione delle immunoglobuline è stata invece determinata con un altro test specifico. Il sangue di medici e infermieri è stato prelevato in media a 24 giorni di distanza dalla comparsa dei sintomi, e gli anticorpi sono stati rilevati nel 95,6 percento dei campioni (153) col test rapido e nel 99,4 percento dei campioni (159) con il più sensibile test S-Flow. Come indicato in un comunicato stampa dell'Istituto Pasteur, gli anticorpi neutralizzanti sono stati rilevati nel 79 percento dei campioni tra i 13 e i 20 giorni dalla comparsa dei sintomi; nel 92 percento tra i 21 e i 27 giorni e nel 98 percento tra i 28 e i 41 giorni.

“Era noto che le persone con forme gravi della malattia sviluppavano anticorpi entro 15 giorni dall'esordio dei sintomi. Ora sappiamo che ciò vale anche per coloro che hanno forme minori, anche se i livelli di anticorpi sono probabilmente inferiori ”, ha dichiarato il professor Fontanet. “Il nostro studio mostra che i livelli di anticorpi sono, nella maggior parte dei casi, compatibili con la protezione contro la reinfezione con SARS-CoV-2, almeno fino a 40 giorni dopo l'insorgenza dei sintomi. L'obiettivo ora è valutare la persistenza della risposta degli anticorpi e la capacità neutralizzante nel lungo periodo”, hanno aggiunto i coautori Timothée Bruel e Olivier Schwartz.

Secondo la scienziata Samira Fafi-Kremer, direttrice del Dipartimento di Virologia dell'Ospedale Universitario di Strasburgo, i risultati dello studio sono promettenti poiché suggeriscono che anche le persone colpite da una forma lieve della patologia sviluppano anticorpi potenzialmente protettivi, ma è importante capire quanto tempo duri effettivamente questa protezione. I dettagli della ricerca, non ancora sottoposti a revisione paritaria, sono stati pubblicati sul database online MedrXiv.

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