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Philae addio, svanita ogni speranza di contatto

L’annuncio che pone fine alle speranze: per il piccolo robot atterrato sulla cometa è iniziata una fase di ibernazione che, secondo gli scienziati dell’ESA, sarà quasi sicuramente eterna.
A cura di Nadia Vitali
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Philae sulla superficie della 67P/Churyumov-Gerasimenko
Philae sulla superficie della 67P/Churyumov-Gerasimenko

La speranza è sempre l'ultima a morire: questo ci si ripeteva, pur nella consapevolezza che il silenzio di Philae, atterrato sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko non esattamente come doveva, durava ormai da troppo tempo. Alla fine, la notizia attesa, che si sperava di non dover mai sentire, è giunta: il tempo dell'ibernazione definitiva è sopravvenuto e Rosetta, dall'alto della sua orbita, non potrà più comunicare con il lander.

Il turbolento atterraggio di Philae

Giacché siamo all'ultima scena, facciamo un breve riassunto della vicenda. Novembre 2014: dopo un viaggio cosmico di oltre dieci anni, la missione Rosetta è il primo oggetto di natura umana ad entrare in contatto con una cometa. In particolare, è il lander Philae ad essere sganciato e a raggiungere la superficie della 67P/C-G.

Peccato che non tutto va come previsto: un problema ai piccoli arpioni che avrebbero dovuto ancorare Philae al suolo è all'origine di quei "balzelli" e di quel "tuffo" che hanno fatto atterrare il lander in un punto molto distante da quello prestabilito. Nessun danno per il robot, né per gli strumenti di bordo, ma una posizione molto più scomoda perché meno esposta alla luce solare, fondamentale per far funzionare l'impianto di pannelli che fornisce l'energia a tutto il sistema. Tant'è che dopo le prime ore di intenso lavoro, che consentirono di raccogliere una impressionante mole di dati su questi oggetti misteriosi e affascinanti che sono le comete, Philae piomba in un sonno profondo. Autonomia esaurita, in attesa dell'avvicinamento della 67P/C-G al Sole, evento che avrebbe potuto restituire un po' di "calore" al freddo e remoto angolo in cui era finito Philae.

Rappresentazione artistica della separazione di Philae da Rosetta
Rappresentazione artistica della separazione di Philae da Rosetta

L'ultimo contatto

A giugno il risveglio, la ripresa di contatto con Rosetta, a luglio le ultime comunicazioni (e gli ultimi dati inviati) con la Terra. La ricarica delle batterie non è riuscita ad impedire un nuovo letargo per Philae che da qualche settimana, ormai, aveva fatto perdere qualsiasi fiducia in una possibilità di recupero dopo i tentativi vani di Rosetta di mettersi in contatto con il robot. Adesso è arrivata la conferma definitiva da parte dell'Agenzia Spaziale Europea: questa volta l'ibernazione sarà, con ottime probabilità, eterna. Philae è troppo distante dal Sole per recuperare energia e decisamente avverse continuano ad essere le condizioni attuali: tra polvere che copre il lander e l'ombra della zona in cui si trova purtroppo è ragionevole pensare che tutto sia perduto.

Futuri sviluppi per gli studi della cometa

Nonostante le notevoli avversità, Philae è riuscito a portare a termine la propria missione se non del tutto per un buon 80%. Oltretutto Rosetta resterà ancora in ascolto per qualche tempo e, soprattutto, continuerà a studiare da vicino la cometa: per la prossima estate è previsto un ulteriore avvicinamento della sonda, prima che il suo destino programmato la porti a schiantarsi sulla superficie della 67P/C-G a settembre. Nel frattempo, ci saranno ancora molti studi e molti anni da dedicare all'analisi dei dati inviati da Philae, durante quelle ore fondamentali di attività che, nonostante tutto, riuscì a svolgere.

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