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Perché questa donna da 60 anni vive con un polmone immerso nell’olio

Attraverso una radiografia i medici hanno scoperto il residuo oleoso di una vecchia pratica medica per trattare la tubercolosi polmonare, l’oleotorace, in disuso dagli anni ’50.
A cura di Andrea Centini
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Una donna anziana di 86 anni vive da oltre 60 con il polmone sinistro ‘immerso' nell'olio, a causa di un'antica tecnica medica chiamata oleotorace e utilizzata sino agli anni 50′ per trattare la tubercolosi polmonare. La donna, affetta da ipertensione, si è presentata dal proprio medico per un dolore alla cassa toracica e bruciore epigastrico, sintomi che sono stati inizialmente associati con quelli di una sindrome coronarica acuta. Dopo l'esclusione della nefasta diagnosi, la paziente, che non presentava alcun problema respiratorio, è stata curata per un semplice reflusso gastroesofageo, tuttavia gli esami radiografici cui è stata sottoposta hanno fatto emergere un dettaglio sorprendente. Il polmone sinistro, come si può osservare dall'immagine che accompagna l'articolo, risultava infatti ‘oscurato' da una grossa macchia, il residuo oleoso di un oleotorace praticato circa 60 anni prima.

Sino agli anni 50′ per trattare la tubercolosi polmonare e gli empiemi pleurici (accumulo di pus nello spazio pleurico) i medici inserivano dell'olio nella cavità pleurica, ovvero lo spazio tra la pleura viscerale e quella parietale, che compongono la membrana che avvolge i polmoni. Il trattamento, tecnicamente una collassoterapia, durava al massimo un paio di anni e il liquido veniva infine aspirato, anche perché l'olio poteva sfociare nell'ostruzione delle vie aeree o in gravi infezioni. Diversi pazienti privi di sintomi, tuttavia, non si sottoposero al trattamento finale e hanno continuato a convivere con l'olio, esattamente come la signora protagonista della curiosa vicenda.

I medici non sanno ancora di che olio si tratti, ma il più popolare, come ha indicato il professor Abhilash Koratala che ha studiato il caso, era l'olio di oliva. Tra i più utilizzati vi era anche quello di paraffina, ma in base al luogo dove avveniva il trattamento poteva essere usato anche l'olio di fegato di merluzzo e quello di arachidi. A causa dell'età avanzata e dell'assenza dei sintomi, i medici hanno deciso che la cosa migliore da fare con la paziente è lasciare l'olio al proprio posto, poiché i rischi superano i potenziali benefici. I dettagli di questo curioso caso sono stati pubblicati sul The New England Medical Journal.

[Foto di The New England Medical Journal]

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