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Covid 19

Perché in Germania il fattore R0 è salito a 2,88 in pochi giorni (e quali sono i rischi)

In pochissimi giorni il numero di riproduzione di base (o fattore R0) legato alla pandemia di coronavirus SARS-CoV-2 in Germania è salito a 2,88. Ciò significa che ogni paziente positivo può contagiarne in media quasi altre 3, col rischio di far impennare la curva delle infezioni. Il valore è stato fortemente influenzato dai contagi registrati in un mattatoio.
A cura di Andrea Centini
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L'Istituto Robert Koch (Robert Koch-Institut o RKI), l'ente deputato al controllo e alla prevenzione delle malattie infettive in Germania, ha annunciato che il fattore R0 o numero di riproduzione di base per la popolazione tedesca è schizzato a un valore di ben 2,88, dopo essere transitato nel giro di pochi giorni da 1,06 a 1,79, fino al nuovo, preoccupante dato. Il numero di riproduzione di base, in epidemiologia, rappresenta il numero di persone che un singolo paziente con una data patologia infettiva riesce a contagiare mediamente. Nel caso specifico, significa che ogni paziente tedesco positivo al coronavirus SARS-CoV-2 può trasmetterlo in media quasi a 3 persone. È un valore elevato, dato che un'epidemia/pandemia viene considerata sotto controllo quando tale valore è sotto 1 (in Italia al momento il fattore R0 è sotto la soglia di 1).

Il nuovo valore divulgato dall'autorevole istituto – dedicato al famoso batteriologo Robert Koch – è legato fondamentalmente al boom di contagi emerso in un grande mattatoio (il più grande d'Europa) nella regione del Nordreno-Vestfalia. Sono stati infatti trovati positivi al tampone rino-faringeo circa mille lavoratori. I mattatoi sono considerati tra i luoghi più a rischio nella diffusione dei patogeni infettivi, per diverse ragioni: fra esse vi sono la difficoltà (quando non impossibilità) di mantenere il distanziamento sociale; le basse temperature che favoriscono il SARS-CoV-2 e gli alloggi affollati dei lavoratori, oltre al fatto che i macelli restano aperti anche durante la fase critica di un'epidemia, essendo coinvolti nella produzione di beni considerati di prima necessità.

Il valore di 2,88 in Germania è sicuramente un campanello d'allarme, ma gli scienziati dell'Istituto Robert Koch raccomandano cautela. Come sottolineato in un documento PDF, l'R0 è stato calcolato attraverso una media di 4 giorni, e riflette la situazione delle infezioni “da una a due settimane fa”. Il numero di riproduzione base così ottenuto “reagisce sensibilmente alle variazioni a breve termine nel numero dei casi, come quelli causati dai singoli focolai”, e ciò può determinare fluttuazioni notevoli dell'R0, soprattutto se il numero complessivo di nuovi positivi è ridotto. In altri termini, il boom di contagi nel mattatoio ha fatto schizzare alle stelle il fattore R0, ma il valore è influenzato sia dall'intervallo di tempo utilizzato che dal numero basso di nuovi casi complessivi. Il valore R0 a sette giorni, spiegano gli studiosi dell'Istituto Robert Koch, è infatti di 2,03. "Entrambi i valori R devono essere interpretati con cautela", sottolineano i ricercatori, proprio alla luce della situazione peculiare e concentrata.

Una volta circoscritto il focolaio legato al boom, tracciato tutti i contatti e isolato i pazienti positivi è verosimile che il fattore R0 torni ad assestarsi su valori di sicurezza, nella speranza non emergano ulteriori centri di diffusione. Il rischio è infatti quello di lasciarsi sfuggire di mano le infezioni, e far tornare a galoppare la curva dei contagi e dei malati. Al momento, tuttavia, la Germania è uno dei Paesi più virtuosi al mondo nel contrasto alla pandemia di coronavirus (responsabile della patologia chiamata COVID19): sulla base dei dati della mappa interattiva messa a punto dall'Università Johns Hopkins, risultano positivi circa 192mila tedeschi, con poco meno di 9mila decessi (in Italia si registrano 239mila infezioni e circa 34.600 vittime).

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