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Covid 19

Perché dobbiamo prendere davvero sul serio la minaccia della variante Delta del coronavirus

I casi di contagio da variante Delta (ex variante indiana B.1.617.2) continuano ad aumentare in diversi Paesi e, a causa della maggiore trasmissibilità e dei tassi di ospedalizzazione, gli esperti invitano a non abbassare la guardia e a vaccinarsi quanto prima. A preoccupare l’aumento dei decessi nel Regno Unito legati alla variante, il 45 percento dei quali, nell’ultima settimana, era coperto dalla doppia dose di vaccino.
A cura di Andrea Centini
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Particelle virali del coronavirus su cellule in coltura. Credit: NIAID
Particelle virali del coronavirus su cellule in coltura. Credit: NIAID
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Con le campagne vaccinali sempre più efficienti e proiettate verso l'immunità di comunità, in molti Paesi i nuovi contagi, i ricoveri in ospedale e i decessi per infezione da coronavirus SARS-CoV-2 stanno letteralmente crollando. Ciò nonostante, dove è più diffusa la variante Delta (ex seconda indiana B.1.617.2) le curve epidemiologiche stanno mostrando dei “sussulti” che preoccupano – e non poco – esperti e istituzioni. Non è un caso che nel Regno Unito, dove il lignaggio sta dando vita a una vera e propria impennata dei casi, il governo guidato da Boris Johnson ha deciso saggiamente di posticipare il ritorno a una (quasi) normalità che era atteso per il 21 giugno. I numeri, infatti, parlano chiaro e indicano che la variante Delta può rappresentare un pericolo anche per chi è completamente vaccinato contro il coronavirus, sebbene il fattore protettivo contro il ricovero sia ancora molto, molto alto (oltre il 90 percento, secondo l'ultimo bollettino dell'agenzia britannica Public Health England – PHE).

A puntare i riflettori sulle conseguenze della variante Delta è l'epidemiologo americano Eric Feigl-Ding, membro della Federation of American Scientists (FAS), Chief Health Economist presso la Microclinic International ed ex ricercatore della Scuola di Medicina dell'Università di Harvard e della Scuola di Salute Pubblica Harvard TH Chan. Lo scienziato, in alcuni post su Twitter, ha messo in evidenza i dati più significativi del rapporto “SARS-CoV-2 variants of concern and variants under investigation in England” della PHE pubblicato il 18 giugno del 2021. Potete consultarlo in PDF cliccando sul seguente link. Lo scienziato, spesso criticato sul web per la sua specializzazione in epidemiologia della nutrizione e delle malattie croniche e non delle malattie infettive come la COVID-19, ha evidenziato che nella settimana 8 – 14 giugno il 45 percento di tutti i decessi verificatisi in Inghilterra a causa della variante Delta si sono verificati in soggetti vaccinati. Ma non fra coloro che non avevano ancora completato il ciclo vaccinale, bensì in persone che avevano già ricevuto le due dosi da oltre 14 giorni (considerata la soglia in cui si ottiene la protezione massima dall'immunizzazione).

La Tabella 4. Credit: PHE
La Tabella 4. Credit: PHE

Il dottor Feigl-Ding, cerchiando in rosso i numeri della tabella 4 “Attendance to emergency care and deaths by vaccination status among Delta confirmed cases (sequencing and genotyping) in England, 1 February 2021 to 14 June 2021”, sottolinea che i decessi totali causati dalla variante Delta sono aumentati di 31 unità in una sola settimana; fra essi in 14 erano persone completamente vaccinate. Come riportato nell'ultimo bollettino della PHE, in sette giorni i casi di variante Delta, indicata anche con la sigla VOC -21APR-02, nel Regno Unito sono aumentati da 33.630 a 75.953. “I dati più recenti mostrano che il 99% dei casi sequenziati e genotipizzati in tutto il paese è relativo alla variante Delta”, specifica la PHE. Il dato evidenzia come ormai si tratti della variante ampiamente dominante del coronavirus SARS-CoV-2. Il “sorpasso” della variante Alfa (ex variante inglese B.1.1.7), che ha guidato la seconda ondata di contagi lo scorso inverno, si è verificato attorno alla metà di maggio 2021. “Al 14 giugno, un totale di 806 persone sono state ricoverate con la variante Delta, con un aumento di 423 rispetto alla scorsa settimana. Di questi, 527 non erano vaccinati e solo 84 degli 806 avevano ricevuto entrambe le dosi”, spiega la PHE, aggiungendo che il grado di protezione dei vaccini anti Covid contro il ricovero resta superiore al 90 percento. "I casi stanno aumentando rapidamente in tutto il paese e la variante Delta è ora dominante. L'aumento riguarda principalmente i gruppi di età più giovani, gran parte dei quali non erano vaccinati ma ora sono invitati a ricevere il vaccino", ha dichiarato la dottoressa  Jenny Harries, a capo della PHE. I numeri indicati dal dottor Feigl-Ding sono dunque sì preoccupanti, ma la vaccinazione resta sempre uno scudo fondamentale per proteggersi dalla COVID-19.

In base ai dati epidemiologici comunicati dallo scienziato, la variante Delta presenta una trasmissibilità di circa il 60 percento superiore alla variante Alfa, con un tasso di ospedalizzazione di 2,5 volte maggiore (che equivale a 4 volte quello del ceppo originale del SARS-CoV-2, emerso a Wuhan). A causa dell'aumento esponenziale dei casi e della diffusione in diversi Paesi (soprattutto Regno Unito, Portogallo, Russia), il dottor Feigl-Ding afferma che la variante Delta non va assolutamente sottovalutata. Suddivisa in tre linee "figlie", è caratterizzata da mutazioni subdole – come la K417N e la E484Q di fuga immunitaria – che possono renderla più resistente agli anticorpi neutralizzanti. Anche negli Stati Uniti sta aumentando in modo significativo, con i casi passati dal 10 percento al 31 percento del totale sequenziato, mentre in Israele sono stati identificati dieci cittadini infettati nonostante la doppia dose del vaccino di Pfizer-BioNTech. Restare vigili, continuare a rispettare le misure anti contagio e vaccinarsi tutti, spiegano gli esperti, sono le armi migliori che abbiamo per tenere a bada la possibile esplosione di una variante potenzialmente molto pericolosa. "Assicurati di farti avanti per ricevere entrambe le dosi del vaccino non appena ne avrai diritto. Non abbassare la guardia: esercitati sempre con ‘mani, viso, spazio, aria fresca'", ha chiosato la professoressa Harries.

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