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Perché anche l’Italia rischia tornado devastanti come quelli che hanno colpito gli USA

I tornado o trombe d’aria che si abbattono regolarmente sull’Italia, in futuro, saranno molto più devastanti e frequenti se non limiteremo il riscaldamento globale.
A cura di Andrea Centini
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Nella notte tra venerdì 10 e sabato 11 dicembre sei stati degli USA (Arkansas, Kentucky, Illinois, Mississippi, Missouri e Tennessee) sono stati attraversati – o meglio, travolti – da una catastrofica ondata di violentissimi tornado, circa una trentina, che si sono lasciati alle spalle un centinaio di morti (i dispersi sono ancora numerosi) e danni incalcolabili, soprattutto in Kentucky. La cittadina di Mayfiled, dove si contano molte vittime, è stata praticamente rasa al suolo.

Si è trattato di un fenomeno anomalo anche per gli USA, che ogni anno, in base ai dati della US Oceanic and Atmospheric Observation Agency (NOAA) vengono colpiti in media da 1.200 di questi fenomeni meteorologici eccezionale. Il dettaglio eccezionale risiede nel periodo, dato che i tornado (o trombe d'aria) si verificano principalmente nel periodo compreso tra la tarda primavera e l'estate, quando le temperature sono più elevate e ci sono le condizioni ideali per la formazione delle formazioni temporalesche da cui originano.

Come suggerisce il nome del fenomeno atmosferico, siamo innanzi a un rapidissimo vortice d'aria che arriva al suolo a partire da una imponente formazione nuvolosa (un cumulonembo) caratterizzata da moto vorticoso al suo interno. Prende il nome di cella temporalesca o supercella in presenza di caratteristiche particolarmente violente. Queste nubi si generano in condizioni di elevata instabilità atmosferica; nello specifico, quando si incontrano venti ascendenti caldi e umidi e venti discendenti freddi e secchi che, incontrandosi, anche per shock termico possono innescare il pericoloso movimento rotatorio, in grado di scagliare al suolo tornado con dimensioni colossali: fino a un chilometro di diametro per un chilometro di altezza.

Come specificato si tratta di eventi particolarmente frequenti negli Stati Uniti durante il periodo caldo dell'anno, tuttavia, a causa dei cambiamenti climatici e dell'instabilità che si instaura nei sistemi atmosferici, carichi di energia dovuta a ondate di calore sempre più intense e numerose nel corso dell'anno, tali fenomeni possono verificarsi non solo in periodi insoliti, ma anche colpire con più violenza e frequenza anche aree meno interessate dai fenomeni. Tra esse vi sono anche l'Italia e gli altri Paesi affacciati sul Mar Mediterraneo.

L'Italia, del resto, non è certo immune ai tornado; basti ricordare la devastante tromba d'aria chiamata “Tromba di Mondello”, che il 24 del 1930 attraversò la provincia di Treviso (per 80 chilometri) uccidendo oltre venti persone, o al tornado mesociclonico che a settembre di quest'anno si è abbattuto su contrada Campobello a Pantelleria, uccidendo due persone e ferendone una decina. Con l'aumento delle temperature provocato dalle emissioni di gas a effetto serra in atmosfera tali fenomeni saranno sempre più frequenti e intensi, proprio perché sono generati dall'aumento delle temperature.

L'inquietante scenario è teorizzato nell'articolo “Effect of a positive Sea Surface Temperature anomaly on a Mediterranean tornadic supercell” pubblicato su Scientific Reports, in cui un team di ricerca guidato dal dottor Mario Marcello Miglietta dell'Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima, Consiglio Nazionale delle Ricerche (ISAC-CNR) di Lecce ha messo a punto un modello matematico ad hoc, in grado di legare l'incremento di intensità e frequenza dei tornado nel Mediterraneo all'aumento della temperatura della superficie del mare (SST). Grazie a questo modello è possibile calcolare le probabilità di formazione di una supercella e la violenza di un eventuale tornado in base alla temperatura; una supercella che generò un tornado abbattutosi anni fa su Taranto, ad esempio, in base ai calcoli di Miglietta e colleghi non si sarebbe formata con una temperatura di 1°C inferiore. Al contrario, con un 1° C in più la tromba d'aria sarebbe stata molto più intensa e distruttiva. Se dunque non faremo nulla per limitare l'aumento delle temperature nell'area mediterranea contenendo le emissioni di CO2, nel prossimo futuro l'Italia colpita da tornado sempre più frequenti e devastanti.

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