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Parkinson, diagnosi non invasiva in 10 secondi con l’orologio low cost: preciso al 92%

Sviluppato da neurologi e ingegneri italiani e britannici, il dispositivo riesce a discernere tra tremori provocati dal Parkinson e quelli di tipo essenziale. La sua precisione è superiore a quella della normale diagnosi clinica e a quella di test costosi come la Spect cerebrale. Costerà poche decine di euro.
A cura di Andrea Centini
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Un team di ricerca italo-britannico dell'Università Campus Bio-Medico di Roma e dell'Università di Oxford ha messo a punto un dispositivo rivoluzionario in grado di diagnosticare il morbo di Parkinson in soli dieci secondi. Simile a un normalissimo orologio, lo strumento è equipaggiato con un accelerometro in grado di valutare l'entità e l'intensità dei tremori, e ha un'accuratezza diagnostica del 92 percento. La statistica è superiore sia a quella della normale diagnosi clinica, che si attesta all'80 percento, che a quella della cosiddetta Spect cerebrale, un esame che oltre ad essere particolarmente costoso non è disponibile in tutti gli ospedali, inoltre ha lunghissime liste d'attesa e sopratutto è basato su raggi che possono essere pericolosi per la salute.

Il dispositivo è talmente efficace che ne è stato già depositato il brevetto, e la speranza dei ricercatori, coordinati dal neurologo italiano Lazzaro Di Biase, è che esso possa essere presto disponibile presso gli specialisti ma anche negli ambulatori dei medici di famiglia. Del resto, il costo finale sarà di poche decine di euro, e dunque sarà accessibile per ogni medico che vorrà dotarsene. “Da anni i neurologi tentavano di arrivare a questo strumento, un indice diagnostico non invasivo, con un'accuratezza vicina al 92 percento”, ha sottolineato con entusiasmo il dottor Di Biase.

L'efficacia del dispositivo è garantita anche dalla tecnologia laser, che è in grado di valutare velocità e intensità dei tremori grazie a un piccolo lembo di carta riflettente da applicare su un dito. Lo strumento riesce inoltre a discernere tra tremori legati al morbo di Parkinson e quelli di tipo “essenziale”, che non hanno un decorso progressivo come i primi, scaturiti dalla patologia degenerativa. L'algoritmo sul quale è costruito il dispositivo è stato ricavato anche dai dati dei pazienti dei massimi esperti mondiali di Parkinson, che hanno collaborato al progetto. Nonostante l'elevata accuratezza, Di Biase e colleghi sperano di poter raggiungere la soglia del 99 percento. I risultati dei test, che andranno supportati da altre indagini, sono stati presentati in un recente convegno tenutosi a Vancouver e pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Brain.

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