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OMS rassicura su virus dell’influenza suina potenzialmente pandemico: “Non nuovo, è sorvegliato”

Durante la consueta conferenza stampa dedicata alla diffusione del coronavirus SARS-CoV-2, il direttore esecutivo del Programma Emergenze Sanitarie dell’OMS Michael Ryan ha affermato che il virus dell’influenza suina “potenzialmente pandemico” scoperto in macelli cinesi non è nuovo, ma è sotto stretta sorveglianza dal 2011.
A cura di Andrea Centini
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Un articolo recentemente pubblicato sull'autorevole rivista scientifica americana Proceedings of the National Academy of Sciences, meglio conosciuta con l'acronimo di PNAS, ha sollevato un'ondata di preoccupazione poiché riferito alla scoperta di un nuovo ceppo di virus dell'influenza suina “potenzialmente pandemico”. In molti, soprattutto sui social, hanno compreso che il G4 – questo il nome del ceppo – fosse un virus completamente nuovo, alla stregua del coronavirus SARS-CoV-2, e a causa della suscettibilità legata proprio alla pandemia in corso, la notizia distorta e il conseguente panico si sono diffusi rapidamente sulla rete.

Non è un nuovo virus

A fare chiarezza sul genotipo 4 dell'H1N1 (G4 EA H1N1), geneticamente connesso al virus che ha causato la pandemia di “suina” tra il 2009 e il 2010, è stata direttamente l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), durante la consueta conferenza stampa a Ginevra dedicata alla diffusione del SARS-CoV-2 nel mondo (che nel momento in cui stiamo scrivendo ha contagiato circa 10,7 milioni di persone uccidendone 516mila). A rispondere sul ceppo G4 il professor Michael Ryan, ex chirurgo irlandese ed epidemiologo esperto di malattie infettive e salute pubblica. È il direttore esecutivo del Programma Emergenze Sanitarie dell'OMS ed è a capo della task force anti COVID-19, l'infezione provocata dal nuovo coronavirus. Ecco il suo intervento (al minuto 20 si parla del G4):

Il professor Ryan ha subito ribadito che non siamo innanzi a un nuovo virus, ma che è sotto stretta sorveglianza dal 2011. “È la pubblicazione a essere nuova”, ha specificato lo scienziato, sottolineando che i dati della ricerca si riferiscono a un periodo precedente e all'evoluzione del ceppo all'interno della popolazione dei suini, oltre che all'esposizione dei lavoratori dei macelli dove è stato identificato. Gli scienziati cinesi autori dell'articolo, guidati da esperti del Ministero dell'Agricoltura e dell'Istituto nazionale per il controllo e la prevenzione delle malattie virali del CDC (col quale collabora direttamente anche l'OMS), hanno raccolto dati sui virus circolanti in 30mila suini, rilevando che dal 2016 il ceppo G4 dell'H1N1 è risultato essere quello prevalente. I ricercatori hanno anche determinato che ha già compiuto il salto di specie all'uomo (anticorpi sono stati trovati in un lavoratore su dieci), tuttavia non è stata dimostrata la capacità di trasmettersi da uomo e uomo. Secondo gli esperti il G4 ha "tutti i tratti per una potenziale pandemia", come hanno scritto i ricercatori nell'articolo “Prevalent Eurasian avian-like H1N1 swine influenza virus with 2009 pandemic viral genes facilitating human infection”.

“Dobbiamo costantemente restare in allerta. Dobbiamo continuare a svolgere un'ottima sorveglianza su questo genotipo G4 e prevediamo che continuerà nei prossimi mesi e anni”, ha affermato il professor Ryan durante il suo intervento. “Ci sono molti, molti, molti virus dell'influenza aviaria e dell'influenza là fuori che hanno un potenziale pandemico. L'abbiamo appreso nel 2009, quando è emersa una pandemia nelle Americhe, e dobbiamo costantemente rimanere in allerta”, ha aggiunto lo studioso. “Ma ancora una volta, penso sia importante – ha concluso Ryan – per rassicurare le persone ribadisco che questo non è un nuovo virus, questo è un virus che è sotto sorveglianza. Siamo preoccupati per qualsiasi virus che mostri il potenziale di infettare l'uomo e continueremo con i nostri centri di collaborazione e il Global Influenza Surveillance and Response System, per mantenere questo virus sotto stretto controllo”.

I sintomi del ceppo G4 di H1N1

Il ceppo G4 è stato testato nei furetti (che rispondono ai virus influenzali come l'uomo) ed è emerso che risulta più aggressivo di un comune virus influenzale, determinando sintomi più gravi. Fra quelli rilevati vi sono febbre, rinorrea (naso che cola), tosse, arrossamento degli occhi e altri sintomi tipici dei virus respiratori. Non si esclude che possa coinvolgere anche il tratto gastrointestinale, come del resto fa anche il SARS-CoV-2. Il normale vaccino antinfluenzale non risulta efficace a prevenire l'eventuale infezione. Come specificato dall'OMS, G4 resterà a lungo sotto stretta sorveglianza e al momento non c'è alcun motivo di allarmarsi.

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