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Nascita e crescita di un’isola in ‘diretta’: Hunga Tonga è emersa 3 anni fa dopo un’eruzione

Emersa nel cuore dell’Oceano Pacifico tre anni fa, l’isola vulcanica Hunga Tonga Ha’apai Hunga è ‘sopravvissuta’ più a lungo di quanto preventivato. Ci aiuterà a comprendere quanto erano profondi gli oceani di Marte.
A cura di Andrea Centini
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Nel cuore dell'Oceano Pacifico è nata una nuova isola vulcanica, e oggi, a tre anni dalla sua improvvisa comparsa, si è trasformata in un vero e proprio laboratorio a cielo aperto, soprattutto per gli astronomi che studiano il pianeta Marte. Chiamata Hunga Tonga Ha'apai Hunga, è sopravvissuta molto più a lungo di quanto preventivato dagli scienziati, e grazie alle sue caratteristiche legate a formazione ed erosione, monitorate costantemente dai satelliti della NASA, potrebbe suggerire nuove informazioni sul Pianeta rosso. In particolar modo sulla profondità degli oceani marziani (ormai estinti) e sulla potenza di maree e onde, attraverso l'analisi di strutture vestigiali simili alla nuova isola. Questi luoghi, inoltre, sono considerati tra i migliori per cercare di tracce di vita microbica passata.

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Hunga Tonga Ha'apai Hunga è sorta nei pressi dell'arcipelago di Tonga, in seguito a un'eruzione del vulcano sottomarino Hunga che si erge a 1.400 metri dalle profondità marine, affiorando solo in parte. Nel dicembre 2014 un evento esplosivo di tipo surtesiano – dal nome dell'isola islandese Surtsey emersa in circostanze analoghe nel 1963 – ha proiettato un violento flusso di cenere, roccia e vapore nell'aria fino a 9 chilometri di altezza, e dopo essersi diradato, nel gennaio 2015, ha svelato la presenza della nuova isola. Hunga Tonga Ha'apai Hunga è comparsa in mezzo ad altre due isole disabitate, e assieme ad esse copre un'area di circa due chilometri quadrati.

Composta da tufo, ha una vetta che si erge sino a 120 metri di altezza dal livello del mare, ma ha una composizione così fragile che può essere erosa facilmente da vento, tempeste e mareggiate. Il video time-lapse diffuso dalla NASA mostra infatti continui crolli e cambiamenti nella forma dell'isola, che sono stati particolarmente influenti nei premi sei mesi.

In base alle stime iniziali avrebbe dovuto resistere solo qualche mese, ma le nuove stime degli scienziati del Goddard Space Flight Center della NASA a Greenbelt (Maryland) suggeriscono che potrebbe “sopravvivere” dai 6 ai 30 anni. Tutto dipende da come reagirà ai naturali fenomeni di erosione. Gli scienziati sono entusiasti di poterla studiare perché si tratta della prima isola di questo tipo a nascere ed evolversi sotto gli “occhi” della moderna tecnologia satellitare, che può seguire nel dettaglio tutte le varie fasi. Il merito è soprattutto del MODIS (Moderate-resolution Imaging Spectroradiometer), uno strumento installato sui satelliti Aqua e Terra della NASA. Recentemente, lo stesso dispositivo ha rivelato una misteriosa marea lattiginosa lungo le coste del Mar Adriatico.

[Credit: NASA'S Goddard Space Flight Center / Lauren Ward]

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