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Le coste dell’Adriatico si tingono d’azzurro: cosa si nasconde dietro lo scatto della NASA

Uno scatto dello strumento MODIS installato sul satellite “Aqua” della NASA mostra un’insolita marea lattiginosa lungo le coste adriatiche. Potrebbe trattarsi di un’immensa fioritura di alghe microscopiche, come di semplici detriti sollevati dal maltempo.
A cura di Andrea Centini
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Le coste dell'Adriatico potrebbero essere invase da un'immensa fioritura di alghe microscopiche, il cosiddetto fitoplancton. Lo hanno annunciato gli scienziati della NASA responsabili del MODIS (Moderate-resolution Imaging Spectroradiometer), che assieme al comunicato hanno diffuso un'immagine esplicativa del fenomeno. Il MODIS è uno strumento scientifico installato sui satelliti Terra (EOS AM) e Aqua (EOS PM) dell'ente aerospaziale americano, il cui scopo è proprio quello di osservare e analizzare il nostro pianeta da una posizione privilegiata.

Lo scatto in questione, ottenuto il 22 novembre scorso dal satellite Aqua, mostra una marea lattiginosa che abbraccia tutta la costa Adriatica italiana, dal Friuli Venezia Giulia sino alla Puglia, mostrando un picco proprio nella regione meridionale. Sono interessati dal fenomeno anche i Paesi balcanici, sebbene in misura meno evidente del Bel paese.

Gli scienziati pensano possa trattarsi di una vera e propria esplosione algale, un fenomeno non raro soprattutto nel periodo invernale, tuttavia per avere conferma saranno necessari controlli ad hoc sul posto. Secondo gli studiosi, infatti, potrebbe trattarsi anche di sedimenti trasportati dai fiumi o sollevati dalle secche costiere dal forte vento; in questo periodo si registrano infatti piogge intense e maltempo generalizzato che potrebbero essere alla base della marea lattiginosa.

Una eventuale fioritura così massiccia di alghe microscopiche (come le dinoflagellate) può avere un impatto significativo sulla stagione balneare, ma fortunatamente ci troviamo alle porte dell'inverno. Restano comunque rischi considerevoli per la fauna marina e le attività commerciali legate alla pesca. La biomassa delle alghe, infatti, oltre a rilasciare ammoniaca che altera la composizione chimica dell'acqua, col rischio di uccidere pesci e altri animali, decomponendosi può ridurre sensibilmente l'ossigeno ed emanare odori nauseanti. Al momento il rischio di una “Zona Morta” come quella del Golfo del Messico è scongiurato per l'Italia, dato che l'inquinamento delle nostre acque è decisamente inferiore, ma la situazione deve essere monitorata costantemente. Le esplosioni di alghe si verificano parallelamente all'aumento di nutrienti nell'acqua, un processo noto come eutrofizzazione, innescatao da acque reflue, fertilizzanti e altri inquinanti riversati in mare.

[Credit: NASA/MODIS]

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