609 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
Covid 19

Metà dei pazienti guariti dal coronavirus sviluppa fatica persistente: donne più colpite

Analizzando i dati di circa 130 pazienti contagiati dal coronavirus SARS-CoV-2 e guariti dall’infezione, un team di ricerca irlandese ha determinato che circa la metà di chi supera la malattia sviluppa un serio affaticamento persistente. Sono più colpite le donne e le persone che hanno avuto una storia di depressione.
A cura di Andrea Centini
609 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Circa la metà dei pazienti guariti dalla COVID-19, l'infezione provocata dal coronavirus SARS-CoV-2, sviluppa un serio affaticamento persistente, che non è associato alla gravità della malattia. In parole semplici, la fatica si manifesta sia nei pazienti che hanno sperimentato sintomi lievi e moderati, sia in quelli ricoverati in ospedale in condizioni gravi o critiche. Si tratta di una sintomatologia da non sottovalutare, soprattutto per il potenziale impatto sociale dato dal numero di persone coinvolte; sulla base della mappa interattiva messa a punto dagli scienziati dell'Università Johns Hopkins, del resto, il patogeno emerso in Cina ad oggi ha contagiato oltre 30 milioni di persone in tutto il mondo, uccidendone 946mila (in Italia si registrano 293mila contagi complessivi e poco meno di 36mila vittime).

A determinare l'associazione tra COVID-19 e fatica persistente è stato un team di ricerca del St James's Hospital e del Trinity Translational Medicine Institute presso il Trinity College di Dublino, Irlanda, che ha analizzato i dati di circa 130 pazienti sottoposti al tampone rino-faringeo e risultati positivi al coronavirus. Gli scienziati, coordinati dal dottor Liam Townsend, hanno coinvolto i partecipanti circa 10 settimane dopo la scomparsa dei sintomi clinici, quando erano considerati praticamente guariti, e sono stati tutti sottoposti al “Chalder Fatigue Score (CFQ-11)”, un test per determinarne il livello di affaticamento. Per valutare questo parametro Townsend e colleghi hanno tenuto in considerazione diversi fattori, come la gravità della patologia sperimentata; la presenza di depressione e di altre condizioni cliniche preesistenti; e i livelli di alcuni biomarcatori che evidenziano la risposta dell'organismo all'infezione. L'età media dei partecipanti era di 50 anni e poco più della metà (54 percento) era composto da donne.

Incrociando tutti, i dati gli scienziati irlandesi hanno determinato che oltre la metà dei pazienti (il 52,3 percento), ovvero in 67 su 128, ha sperimentato affaticamento persistente dopo la guarigione. Le donne sono risultate molto più colpite degli uomini (67 percento), così come le persone con una storia di depressione. Soltanto un paziente che aveva avuto ansia e disturbi depressivi non ha sviluppato la fatica post guarigione. Come indicato, la sintomatologia si è manifestata indipendentemente dalla gravità della COVID-19, così come dalle concentrazioni di alcuni biomarcatori relativi all'infiammazione e alla risposta immunitaria, come il numero di globuli bianchi e le concentrazioni dell'interleuchina 6.

“I nostri risultati dimostrano un carico significativo di affaticamento post-virale in individui con precedente infezione da SARS-CoV-2, dopo la fase acuta della COVID-19. Questo studio evidenzia l'importanza di valutare coloro che si stanno riprendendo dalla COVID-19 per i sintomi di un severo affaticamento, indipendentemente dalla gravità della malattia iniziale, e può identificare un gruppo che può essere coinvolto in ulteriori studi e interventi precoci”, hanno dichiarato gli autori dello studio in un comunicato stampa. Townsend e colleghi sottolineano che si possono predisporre terapie non farmacologiche per gestire la fatica, promuovendo anche modifiche allo stile di vita. I dettagli della ricerca “Persistent fatigue following SARS-CoV-2 infection is common and independent of severity of initial infection” sono stati pubblicati su MedrXiv e saranno presentati durante il meeting della European Society of Clinical Microbiology and Infectious Diseases on Coronavirus Disease (ECCVID).

609 CONDIVISIONI
32805 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views