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Meningite, quando sospettarla e cosa fare (e non fare)

La meningite provocata dal meningococco è tra le patologie infettive più temute, a causa di gravi complicanze che possono risultare anche fatale. Ecco quali sono i sintomi che la caratterizzano e cosa fare (e non fare) per prevenire una potenziale infezione. L’arma più efficace, come sempre, è quella della vaccinazione.
A cura di Andrea Centini
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Vaccino per la meningite
Vaccino per la meningite

La meningite, come spiega il Ministero della Salute, è un'infiammazione delle membrane che avvolgono e proteggono il cervello e il midollo, le meningi, appunto, chiamate – dalla esterna alla interna – dura madre, aracnoide e pia madre. Esistono diverse forme di meningite, ma quella responsabile dei casi più gravi e potenzialmente letali è il tipo batterico. Fortunatamente è anche la più rara. L'agente patogeno più temuto, benché non sia quello maggiormente frequente, specifica il Ministero della Salute, è il meningococco (Neisseria meningitidis), del quale esistono vari seriogruppi. In Italia i più frequenti sono il tipo B e il tipo C; proprio quest'ultimo è alla base della campagna di vaccinazione straordinaria avviata nella provincia di Bergamo all'inizio del 2020, a causa di alcuni casi di meningite registrati in un territorio geografico ristretto. L'Agenzia di Tutela della Salute (ATS) di Bergamo ha specificato che la situazione non deve generare alcun allarmismo nella popolazione, pur sottolineando l'importanza della vaccinazione, definendola “un dovere civico”. Nonostante gli annunci delle autorità sanitarie, molte persone si sono comunque riversate nelle farmacie chiedendo antibiotici contro il meningocco C, farmaci che possono essere acquistati solo con ricetta medica e la cui prescrizione è relativa alla sola profilassi antibiotica per i soggetti che sono stati a contatto diretto con un malato, come specificato dal dottor Guido Marinoni, presidente dell’Ordine dei Medici chirurghi e odontoiatri di Bergamo. Il rischio del fai-da-te in situazioni particolari come quella lombarda è sempre dietro l'angolo; dunque qual è il corretto comportamento da tenere? E quali sono i sintomi che possono suggerire la presenza di una meningite? Le risposte sono fornite dalle stesse autorità sanitarie.

Sospetto di meningite: come riconoscere i sintomi

Premesso che la diagnosi di meningite può essere fatta soltanto dai medici, ci sono naturalmente dei sintomi che possono suggerire la possibile presenza della malattia. Quelli principali, specifica la AST di Bergamo, sono il mal di testa, la febbre molto elevata, il vomito, l'alterazione della coscienza, un malessere generale “e in molti casi presenza la rigidità nucale”. Il Ministero della Salute aggiunge fotosensibilità; estensione della gamba; nausea; sonnolenza e inappetenza. Nei neonati, dove alcuni sintomi sopra descritti possono essere poco evidenti, si segnalano anche pianto continuo, irritabilità e scarso appetito. Va sottolineato che i vari sintomi indicati sono comuni anche ad altre patologie, dunque non è detto che in loro presenza si tratti esclusivamente di meningite. Gli esperti aggiungono che nelle forme fulminanti posso comparire anche delle petecchie, ovvero macchie di colore rossastro o violaceo sulla pelle. In presenza dei sintomi indicati ci si deve rivolgere immediatamente a personale specializzato, come il medico di Medicina Generale o il Pronto Soccorso, che in base alla diagnosi determinerà la terapia più appropriata.

Prevenzione della meningite: vaccinazione ordinaria e straordinaria

In casi particolari come quello verificatosi nel Basso Sebino può essere prevista una campagna di vaccinazione straordinaria contro l'agente patogeno responsabile della meningite, nel caso specifico il meningococco di tipo C. Il vaccino rappresenta infatti la migliore arma per contrastare una eventuale infezione. Esso, come specifica l'ATS di Bergamo, inizia ad avere effetto 8-10 giorni dopo la somministrazione, mentre la protezione diventa massima dopo un mese. Le fasce di popolazione interessate dall'intervento straordinario vengono invitate a vaccinarsi gratuitamente presso i centri ambulatoriali appositamente predisposti. Nel caso di grandi aziende, Forze dell'Ordine e scuole, le vaccinazioni possono essere anche programmate direttamente nei luoghi di lavoro e studio. Sarà premura delle autorità locali comunicare tempi e modi per effettuarle. Naturalmente, oltre ai residenti, vengono coinvolti nella campagna vaccinale anche lavoratori che si recano abitualmente nell'area geografica interessata. Un intervento di questo tipo ha l'obiettivo di “creare una ‘cintura' di protezione costituita da soggetti vaccinati, che rallenti e impedisca la trasmissione dell’infezione”, come indicato nel comunicato stampa dell'autorità sanitaria lombarda. Si tratta in pratica di sviluppare la cosiddetta immunità di gregge. Tutte le persone non coinvolte nella campagna vaccinale possono naturalmente fare riferimento al percorso ordinario, che può avere alcune differenze tra regione e regione. In Lombardia, ad esempio, la vaccinazione contro il meningococco C è gratuita e su chiamata per i bambini di 2 anni, così come il richiamo in adolescenza. Su appuntamento è possibile vaccinarsi a prezzo ridotto presso i servizi vaccinali della ASST, mentre con la ricetta del proprio medico si può acquistare il vaccino a prezzo pieno in farmacia.

Prevenzione: altre precauzioni da prendere

La vaccinazione rappresenta il mezzo più efficace per evitare un possibile contagio, ma naturalmente è possibile seguire alcuni comportamenti utili a proteggerci. Tra i consigli citati dall'Agenzia di Tutela della Salute di Bergamo ci sono il lavarsi le mani con cura più volte al giorno; l'evitare i luoghi particolarmente affollati; il far circolare spesso l'aria negli ambienti in cui si vive e lavora; l'evitare lo scambio di oggetti di uso personale come bicchieri, sigarette, spazzolino e simili e il mantenere sempre pulite le superfici con cui si viene spesso a contatto, come le tastiere del pc, i telefoni, le maniglie, i pulsanti degli ascensori etc etc. Questo perché, come specificato dal Ministero della Salute, la malattia “si trasmette da persona a persona per via respiratoria, attraverso le goccioline di saliva e le secrezioni nasali, che possono essere disperse con la tosse, con gli starnuti o mentre si parla”. La propagazione dell'agente patogeno, sottolineano gli esperti, non supera generalmente i due metri. È doveroso sottolineare che l'esposizione ai patogeni responsabili della meningite “non comporta necessariamente lo sviluppo della malattia”, come avviene ad esempio nel caso dei portatori sani.

Cosa non fare per prevenire la meningite

L'AST di Bergamo sottolinea che non si deve prendere alcun antibiotico a scopo profilattico, cioè per prevenire la meningite, un comportamento “inutile” che “può essere anche dannoso”. Il motivo è legato al fatto che “la profilassi con antibiotici è prevista solo per chi ha avuto un contatto diretto stretto e prolungato con un malato”, e viene comunque sempre prescritta da un medico. L'abuso di antibiotici è pericoloso poiché in questo modo si favorisce l'antibiotico resistenza, che rende i batteri sempre più resistenti ai farmaci – generazione dopo generazione – sino a trasformarli nei famigerati superbatteri.

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