L’ultima collana dei Neanderthal: un artiglio di aquila di 39mila anni scoperto in Spagna
In una grotta di Calafell, comune spagnolo della Catalogna, è stato scoperto un artiglio di aquila intagliato (o meglio, una falange) risalente a 39mila anni fa, realizzato da un uomo di Neanderthal (Homo neanderthalensis). Secondo i ricercatori si tratta dell'“ultima collana” creata da questi ominidi, dato che risale al periodo in cui entrarono in contatto con l'uomo moderno (Homo sapiens), che si stava stava diffondendo in Europa Meridionale dall'Africa e dal Medio Oriente. A rendere l'oggetto ornamentale particolarmente interessante anche il fatto che si tratta del primo recuperato nella Penisola Iberica, nonostante gli artigli d'aquila fossero tra i primi elementi utilizzati dai Neanderthal per realizzare gioielli e pendenti come simboli da indossare.
A scoprire e descrivere l'affascinante reperto è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell'istituto IDEA (Instituto de Evolución en África) e del SERP, il Dipartimento di Storia e Archeologia presso l'Università di Barcellona, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'Università Rovira i Virgili di Tarragona, del Museo di Storia Naturale di Parigi, del Centro Nazionale della Ricerca Scientifica di Francia (CNRS) e del Dipartimento di Antropologia e Archeologia dell'Università di Calgary, Canada. Gli scienziati, guidati dall'archeologo Antonio Rodríguez-Hidalgo, hanno recuperato la falange di aquila nel sito paleoantropologico di Cova Foradada, una grotta lungo la costa affacciata sul Mar Mediterraneo.
“I Neanderthal usavano gli artigli d'aquila come elementi simbolici, probabilmente come pendenti per le collane, sin dagli inizi del Paleolitico medio”, ha dichiarato il professor Rodríguez-Hidalgo, sottolineando che il reperto recentemente recuperato apparteneva alla cultura chtelperroniana, caratteristica degli ultimi Neanderthal vissuti in Europa. La falange d'aquila appena scoperta (alla quale era sicuramente attaccato anche l'artiglio andato perduto) è la più moderna opera di questo genere realizzata dai Neanderthal, e potrebbe essere stata inserita in uno scambio culturale con l'Homo sapiens. L'uomo moderno, del resto, iniziò a realizzare i propri pendenti a base di artigli d'aquila dopo essere entrato in contatto con i Neanderthal.
La falange (di una zampa sinistra) appartiene a un grande esemplare di aquila iberica (Aquila adalberti), un rapace oggi minacciato di estinzione che vive nella Penisola Iberica e in Marocco. L'uccello ha un'apertura alare massima che supera i 2 metri e catturarne uno non doveva essere semplice per i Neanderthal. Dalle analisi è emerso che l'aquila non fu uccisa per scopi alimentari, come dimostra il trattamento delle ossa di altri uccelli catturati dai Neanderthal, ma solo per ottenere il pendente. Sono stati una ventina gli artigli d'aquila scoperti fino ad oggi e trattati in modo analogo, i più antichi dei quali risalgono a ben 130mila anni fa. Il loro significato simbolico non può essere determinato con precisione dagli scienziati, tuttavia è evidente che si tratta di oggetti in grado di elevare lo status sociale di chi li indossava, e che potevano mandare un messaggio preciso agli altri uomini della comunità. La scoperta di questi oggetti amplia la nostra conoscenza dei Neanderthal, spesso considerati “meno intelligenti” dell'uomo moderno, quando invece probabilmente furono solo travolti e soverchiati dal costante flusso di uomini moderni che giungeva dall'Africa. In un sito della Rocca di Gibilterra, non lontanissimo dal luogo in cui è stata trovata la falange intagliata, un team di ricerca internazionale guidato dall'università spagnola di Siviglia ha scoperto quella che viene considerata “l'ultima impronta” dei Neanderthal, risalente a circa 29mila anni fa. I dettagli sull'artiglio di aquila sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Science Advances.