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L’ultimo dei Neanderthal: scoperta eccezionale impronta lasciata prima dell’estinzione

Un team di ricerca internazionale guidato da paleoantropologi spagnoli ha scoperto nella Rocca di Gibilterra la più recente impronta fossile lasciata da un Neanderthal. Risale a circa 29mila anni fa, poco prima che l’ominide venisse definitivamente soppiantato dalla nostra specie. È stata trovata assieme ad altre antiche impronte di mammiferi.
A cura di Andrea Centini
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In una cava della Rocca di Gibilterra, nella Penisola Iberica, molto probabilmente è stata trovata una delle ultime impronte lasciate dall'Uomo di Neanderthal (Homo neanderthalensis) prima di estinguersi ed essere definitivamente soppiantato dall'uomo moderno (Homo sapiens). L'impronta fossile, rinvenuta su una formazione di sabbia indurita emersa in seguito ad alcune piccole frane, risale infatti a circa 29mila anni fa; di uomo di Neanderthal se ne conosce soltanto una seconda trovata in una grotta della Romania e risalente a 62mila anni fa. Poiché si ritiene che i neanderthal si estinsero 24mila anni fa, quello rinvenuto nella Baia Catalana di Gibilterra è un reperto davvero eccezionale.

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Ricerca internazionale. A rivelare il prezioso fossile è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati del Dipartimento di Geologia, Cristallografia e Chimica Agricola dell'università spagnola di Siviglia, che hanno lavorato a stretto contatto con i colleghi dell'UNESCO, dell'Università di Lisbona (Portogallo), dell'Università di Toronto (Canada), del Servizio geologico del Giappone e di altri istituti e atenei di tutto il mondo. Assieme all'impronta sono state trovate anche alcune delle più antiche orme fossili conosciute di altri mammiferi. Tra gli animali rappresentati vi sono elefanti, cervi, uri e leopardi, tutti coinvolti in una strenua lotta per la sopravvivenza con gli ominidi vissuti durante l'ultima glaciazione.

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Un giovane maschio. Dalle analisi fotometriche dell'impronta, lunga circa 17 centimetri, gli scienziati guidati dal professor Fernando Muniz hanno determinato che molto probabilmente fu lasciata da un giovane maschio, un adolescente alto tra i 106 e i 126 centimetri. Benché non sia conservata adeguatamente, è possibile notare i dettagli delle cinque dita (del piede destro) e una morfologia più espansa nella parte anteriore, che indica chiaramente l'appartenenza a un ominide. La datazione di circa 29mila anni fa (28,45 +/- 3,01mila anni) è stata ottenuta con la tecnica chiamata "luminescenza otticamente stimolata", alla qualegli scienziati hanno sottoposto alcuni granelli di sabbia.

Sapiens o Neanderthal. I ricercatori sono quasi sicuri che l'impronta possa appartenere a un uomo di Neanderthal, dato che si ritiene che la Rocca di Gibilterra sia stato il loro “ultimo rifugio” prima dell'estinzione. Qui avrebbero vissuto fino a 24mila anni fa. Muniz e colleghi non possono essere assolutamente certi perché recenti studi hanno dimostrato che l'uomo moderno potrebbe essersi insediato nella punta meridionale della Penisola Iberica già 43mila anni fa, mentre in precedenza si stimavano tempi molto successivi. Altri studi del sito paleontologico potrebbe svelare definitivamente questo mistero. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Quaternary Science Reviews.

[Foto credit: Muniz et al/Quaternary Science Reviews/Università di Siviglia]

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