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Lo stress fa ingrigire i capelli, ma secondo la scienza il fenomeno è reversibile

I nostri capelli perdono il naturale pigmento diventando grigi e/o bianchi con l’avanzare dell’età, tuttavia è comunemente accettata l’idea che lo stress psicologico possa determinare il medesimo effetto. Un nuovo studio dimostra che ciò è vero, ma anche che questo fenomeno può essere reversibile.
A cura di Andrea Centini
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L'ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama, prima e dopo il suo mandato. Credit: Università di Harvard
L'ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama, prima e dopo il suo mandato. Credit: Università di Harvard

Un'affermazione piuttosto comune e “accettata” indica che lo stress fa diventare grigi i nostri capelli, tuttavia le evidenze scientifiche a sostegno di questa verità popolare latitano. Un esempio a sostegno di questo effetto potrebbe essere la sindrome di Maria Antonietta, una presunta condizione medica in grado di trasformare la chioma di chi ne è colpito. In parole semplici, la leggenda narra che la regina consorte di Francia, quando fu imprigionata durante la Rivoluzione Francese, perse il colore dei suoi capelli nell'arco di una notte a causa del fortissimo stress (in vista della decapitazione). Innanzitutto va specificato che i capelli già fuoriusciti dal follicolo non cambiano colore, in secondo luogo la sindrome di Maria Antonietta sarebbe una conseguenza dell'alopecia areata, che in determinate condizioni – come uno stress significativo – può far cadere tutti i capelli pigmentati, lasciando in vista solo quelli grigi/bianchi. Ma questo è un caso estremo. Dunque è vero che lo stress, oltre al naturale processo di invecchiamento, può farci ingrigire i capelli? Secondo un nuovo studio ciò non solo è vero, ma è possibile anche che i capelli tornino al proprio colore originario superata la fonte dello stress.

A determinare questo legame tra ingrigimento dei capelli e stress è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell'Irving Medical Center dell'Università Columbia di New York, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'Istituto Psichiatrico dello Stato di New York, della Scuola di Medicina dello University College di Dublino (Irlanda), del Dipartimento di Dermatologia dell'Università di Miami, dell'Università di Manchester (Inghilterra) e del Laboratorio Monasterium (Germania). Gli scienziati, coordinati dal professor Martin Picard, docente di Medicina Comportamentale presso il Dipartimento di Psichiatria dell'ateneo statunitense, sono giunti alle loro conclusioni analizzando campioni di capelli di 14 volontari e mettendoli in relazione ai loro “diari dello stress”, questionari compilati settimanalmente per indicare variazioni nel proprio benessere psicologico.

Gli scienziati hanno impiegato oltre 2 anni per trovare il campione di volontari idonei, tutti con un'età compresa tra i 9 e i 65 anni e con alcuni capelli grigi o bianchi. Per valutare le variazioni di colore dei capelli i ricercatori hanno sfruttato uno scanner ad altissima risoluzione in grado di quantificare la perdita di pigmento in minuscole e specifiche aree del cuoio capelluto. “Se guardi un capello con gli occhi, sembrerà che sia dello stesso colore a meno che non ci sia una variazione significativa”, ha dichiarato il professor Picard in un comunicato stampa. “Sotto uno scanner ad alta risoluzione, puoi vedere piccole e sottili variazioni di colore, ed è quello che stiamo misurando”, ha aggiunto l'esperto. Quando le variazioni di colore osservate nei 14 volontari sono state allineate con i diari, i ricercatori hanno rilevato “associazioni sorprendenti” tra eventi stressanti e ingrigimento.

L'aspetto più interessante, tuttavia, è che questo ingrigimento è “rientrato” in alcuni casi, dopo aver superato lo stress. In un uomo, ad esempio, cinque capelli grigi sono tornati al colore originale durante una vacanza, un segnale del periodo di rilassamento. Ma qual è il meccanismo biologico alla base della perdita di pigmento dei capelli? I ricercatori hanno analizzato variazioni in 300 proteine legate ai capelli che si sono verificate durante l'ingrigimento; attraverso un modello matematico hanno determinato che sono coinvolti i mitocondri, sensibili allo stress psicologico. “I capelli grigi sovraregolano le proteine legate al metabolismo energetico, ai mitocondri e alle difese antiossidanti. Combinando il profilo HPP (pigmentazione dei capelli NDR) e la proteomica sui singoli capelli, riportiamo anche l'ingrigimento e l'inversione dei capelli che possono verificarsi in parallelo con fattori di stress psicologici”, hanno scritto Picard e colleghi nell'abstract dello studio.

Gli autori della ricerca sottolineano che cercare di limitare lo stress nella nostra vita non può che farci bene, ma non è detto che ciò sia sufficiente per far tornare i capelli al loro “antico splendore”. Va infatti considerato il fattore età: “Non pensiamo che ridurre lo stress in un settantenne che è canuto da anni gli scurirà i capelli o che far aumentare lo stress in un bambino di 10 anni sarà sufficiente per farlo ingrigire”, scrivono gli autori dello studio. Comprendere i meccanismi biologici alla base della perdita di pigmento, tuttavia, può comunque offrire informazioni significative sull'invecchiamento umano. I dettagli della ricerca “Quantitative mapping of human hair greying and reversal in relation to life stress” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica eLife.

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