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L’idrocortisone è efficace contro la COVID-19: OMS raccomanda i corticosteroidi

Il farmaco idrocortisone, un corticosteroide, ha dimostrato di ridurre la mortalità dei pazienti gravi con COVID-19 di circa un terzo, in modo analogo al desametasone. Lo hanno dimostrato alcuni studi condotti per verificare l’efficacia di alcuni di questi comuni ed economici farmaci antiinfiammatori.
A cura di Andrea Centini
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Dopo il desametasone, un altro farmaco antiinfiammatorio economico e ampiamente utilizzato per trattare diverse patologie ha dimostrato di ridurre la mortalità per COVID-19, l'infezione causata dal coronavirus SARS-CoV-2. Stiamo parlando dell'idrocortisone, la forma attiva del cortisone conosciuta più comunemente col nome di cortisolo. Si tratta dell'ormone steroideo prodotto dalla corteccia delle ghiandole surrenali, è coinvolto sia nella regolazione della glicemia che nei processi contro l'infiammazione. Molti farmaci si basano su questo principio attivo proprio per la sua azione antiinfiammatoria, ed è per questo che si è deciso di testarlo anche contro l'infezione da coronavirus.

A determinare l'efficacia dell'idrocortisone nei pazienti con COVID-19 sono stati diversi studi pubblicati di recente, citati dal professor Anthony Gordon in una intervista all'Agence France Press (AFP). Lo scienziato, docente di Anestesia e Terapia Intensiva presso l'Imperial College di Londra, è a capo di un team di ricerca che sta verificando gli effetti dell'idrocortisone nei pazienti contagiati dal patogeno pandemico e ricoverati in rianimazione. I primi risultati dell'indagine di Gordon e colleghi sono stati pubblicati nell'articolo “Effect of Hydrocortisone on Mortality and Organ Support in Patients With Severe COVID-19” pubblicati su JAMA Network.

Mettendo a confronto i risultati di questo studio con altri sei che stanno valutando l'efficacia dei corticosteroidi nei pazienti gravi con coronavirus, è stato determinato che quelli trattati con idrocortisone hanno un terzo delle probabilità in meno di morire rispetto a quelli non trattati. Il farmaco è inoltre in grado di accelerare il processo di guarigione e dunque ridurre i giorni di ricovero nei pazienti che riescono a superare la malattia. Nell'analisi “Association Between Administration of Systemic Corticosteroids and Mortality Among Critically Ill Patients With COVID-19 – A Meta-analysis” pubblicata su JAMA Network che riassume i risultati dei sette studi è emerso che anche il metilprednisolone risulta valido nel trattamento dei pazienti gravi, ma l'idrocortisone migliore, ha un paragonabile a quella del desametasone. In base ai risultati, infatti, il desametasone ha determinato una riduzione dei decessi del 36 percento fra circa 1.300 pazienti; l'idrocortisone, testato su 374 pazienti, ha mostrato una riduzione del tasso di mortalità di circa il 31 percento, mentre il metilprednisolone, testato solo su 47 pazienti, ha determinato un calo del 9 percento della mortalità.

Alla luce di questi risultati gli scienziati del “The WHO Rapid Evidence Appraisal for COVID-19 Therapies (REACT) Working Group” di cui fa parte anche il professor Gordon sottolineano che i corticosteroidi dovrebbero essere i farmaci di prima linea per trattare i pazienti gravi. Sulla scorta di questi risultati, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha pubblicato nuove linee guida nelle quali si raccomanda caldamente di trattare i pazienti gravi con questa classe di farmaci. “Questi risultati offrono un'ulteriore prova che i corticosteroidi possono essere una parte importante del trattamento COVID-19 per i pazienti gravi”, ha commentato in un comunicato stampa dell'Imperial College di Londra il professor Jonathan Van-Tam. “Chiaramente, ora gli steroidi sono lo standard di cura”, gli ha fatto ecoil dottor Howard C. Bauchner, redattore capo dell'autorevole rivista scientifica JAMA.

Poiché tuttavia gli steroidi possono avere effetti collaterali piuttosto rilevanti, in particolar modo per i pazienti più vulnerabili e anziani, non sono farmaci che possono essere usati per prevenire la COVID-19 o come “rimedio casalingo” contro le infezioni virali, ma devono essere somministrati sotto rigoroso controllo medico e soprattutto a quei pazienti critici cui possono offrire i benefici emersi dagli studi. “L’idrocortisone aiuta contro l’infiammazione ai polmoni e in altre parti del corpo, e aiuta i pazienti gravi a guarire. Ma non è un trattamento da fare a casa per prevenire l’infezione o per curare una lieve malattia virale, è una cosa che le persone devono sapere”, ha concluso il professor Gordon.

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