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La super macchia solare è ricomparsa e minaccia la Terra: a rischio comunicazioni e GPS

A causa della rotazione del Sole, sulla sua faccia visibile è riapparsa la macchia solare grande 10 volte la Terra che all’inizio di settembre aveva provocato potenti brillamenti. Nei prossimi giorni potrebbe mettere di nuovo nel mirino il nostro pianeta. A rischio comunicazioni e segnali GPS.
A cura di Andrea Centini
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La super macchia solare grande dieci volte la Terra è tornata visibile a causa della rotazione della nostra stella, e a breve potremmo essere di nuovo esposti al rischio di pericolose tempeste geomagnetiche. Al momento, infatti, questa regione estremamente attiva, che in realtà è composta da un gruppo di macchie che ne generano una più grande, si trova ai margini del disco solare, dunque anche in presenza di forti espulsioni di massa coronale, raggi-X e radiazioni ultraviolette la Terra non si troverebbe sulla linea di tiro.

Nei prossimi giorni, tuttavia, l'area raggiungerà il centro del Sole, mettendo di nuovo nel ‘mirino' il nostro pianeta. A causa della sua posizione non è ancora possibile determinare se abbia mantenuto o meno le stesse dimensioni che aveva all'inizio di settembre, quando è stata responsabile di due delle più grandi eruzioni solari – o brillamenti – degli ultimi 11 anni, ma soprattutto se abbia ancora la capacità di produrre bolle di plasma e scariche di particelle elettromagnetiche così energetiche. Del resto, una tempesta geomagnetica di classe G5, la massima su una scala da 1 a 5, è in grado di compromettere il cuore elettronico dei satelliti, provocare blackout e disturbi di varia intensità a segnali radio e di navigazione GPS. Le eruzioni delle scorse settimane hanno determinato blackout radio ai poli, le regioni più esposte a causa della conformazione del campo magnetico terrestre, ma in caso di fenomeni più intensi potrebbero essere interessate anche latitudini più basse.

Tra le varie conseguenze potrebbe emergere anche uno spettacolo inconsueto, un'aurora polare dove solitamente non si può vedere. Le aurore nascono infatti dall'impatto tra il vento solare e i gas della ionosfera, che ai poli avviene poiché il campo magnetico risulta più debole. La più bella è stata filmata da Paolo Nespoli a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.

La regione del Sole che desta attenzione “si chiamava AR2673 e adesso si chiama AR2682” ha sottolineato fisico solare Mauro Messerotti dell'Osservatorio di Trieste dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), aggiungendo che si tratta di una regione “molto complessa magneticamente”. Nei prossimi giorni avremo dettagli maggiori sulle sue capacità di generare problemi, nel frattempo, tra stasera e domani è attesa una tempesta magnetica debole (classe G1) legata al semplice vento solare.

[Credit: NASA]

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