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La stazione spaziale lunare avrà due moduli italiani: costruzione al via nel 2020

L’azienda franco-italiana Thales Alenia Space ha firmato un contratto con l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) per progettare e sviluppare due fondamentali moduli della futura stazione lunare orbitale, la Lunar Orbital Platform-Gateway. I moduli, fra le altre cose, dovranno garantire abitabilità, attracco di veicoli e comunicazioni. La costruzione sarà avviata nel 2020.
A cura di Andrea Centini
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Credit: NASA
Credit: NASA

Thales Alenia Space contribuirà allo sviluppo e alla costruzione di due dei moduli della futura stazione spaziale con orbita cis-lunare, la Lunar Orbital Platform-Gateway (LOP-G), conosciuta in precedenza col nome di Deep Space Getaway. La società franco-italiana, una joint venture tra Leonardo (33 percento) e gruppo Thales (67 percento), ha infatti appena firmato un contratto con l'Agenzia Spaziale Europea (ESA) per mettere su carta e sviluppare due moduli fondamentali del futuro avamposto dell'umanità. La costruzione vera e propria partirà nel 2020. All'ambizioso progetto partecipano gli stessi partner della Stazione Spaziale Internazionale, ovvero la NASA, la Roscomos (Agenzia spaziale russa), l'ESA, la JAXA (Agenzia spaziale giapponese) e la CSA, l'Agenzia spaziale canadese.

I due moduli da progettare hanno già un nome, ovvero I-HAB (International – Habitat) ed ESPRIT, acronimo di European System Providing Refuelling, Infrastructure and Telecommunications. Il primo rappresenterà un'evoluzione degli elementi pressurizzati già presenti sulla Stazione Spaziale Internazionale, ai quali l'azienda franco-italiana ha dato un contributo fondamentale. Anche per questo è stata scelta senza indugio per questa nuova, affascinante impresa spaziale. Oltre ad essere abitabile, I-HAB dovrà permettere l'attracco ai veicoli che giungeranno sulla Lunar Orbital Platform-Gateway, ma anche a quelli pronti per l'esplorazione di Marte, di asteroidi e dello spazio profondo. La nuova stazione, infatti, rappresenta un trampolino di lancio verso obiettivi molto più ambiziosi della Luna, sulla quale la NASA ha annunciato che rimetterà piede nel 2026.

ESPRIT sarà invece un sistema di supporto che accompagnerà il primo modulo pressurizzato realizzato dagli Stati Uniti per la stazione cis-lunare, lo Utilization Module. Esso fungerà da deposito e distributore di propellente, da camera di compensazione per condurre esperimenti scientifici e sarà integrato da una complessa infrastruttura di telecomunicazioni, in grado di interfacciarsi con equipaggi e strumenti impegnati sulla superficie lunare. Si tratta dunque di componenti chiave per la (ri)conquista del nostro satellite, che hanno anche il compito di permettere la sopravvivenza degli astronauti per lunghi viaggi. Del resto, se si vuole arrivare su Marte, è necessario mettere in conto una lunga permanenza ‘fra le stelle'. L'Italia sarà dunque ancora una volta in prima linea nelle missioni spaziali più importanti dell'umanità.

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