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Covid 19

La seconda dose di Astrazeneca non aumenta il rischio di trombosi

Lo indicano i risultati dell’analisi sui rari casi di trombosi associati a carenza di piastrine dopo il vaccino: “Il tasso di incidenza dopo il richiamo è paragonabile a quello dei non vaccinati”.
A cura di Valeria Aiello
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La seconda dose del vaccino anti-Covid di Astrazeneca non aumenta il rischio di trombosi. La rara ma grave reazione avversa ha un tasso di incidenza “paragonabile a quello della popolazione non vaccinata” in relazione alla somministrazione del richiamo. Lo indicano i risultati dell’analisi pubblicata su The Lancet sui casi di trombosi segnalati nel database di sicurezza globale di Astrazeneca che si sono verificati in seguito alla prima o alla seconda iniezione del siero anglo-svedese. In particolare, la frequenza di questo disturbo della coagulazione, noto anche come trombocitopenia immunitaria indotta dal vaccino (VITT), è risultata di 2,3 casi per milione di vaccinati dopo la seconda dose, rientrando nel range di fondo osservato nella popolazione non vaccinata pre-Covid. Questo stesso tasso è pari a 8,1 casi per milione di vaccinati dopo la prima somministrazione.

Nell’analisi, spiegano i ricercatori di Astrazeneca, sono stati inclusi tutti i casi di trombosi con sindrome trombocitopenica che sono stati segnalati entro 14 giorni dalla prima o dalla seconda dose di Vaxzevria (ChAdoX n-CoV-19) nel mondo reale (fino al 30 aprile 2021). “I risultati sono in linea con i recenti rapporti del Medicines and Healthcare Products Regulatory Agency (MHRA) Yellow Card Report, il sistema britannico per la raccolta e il monitoraggio delle informazioni sui problemi di sicurezza, che analogamente mostrano un basso tasso di trombosi dopo la seconda dose”.

A meno che la trombosi con sindrome trombocitopenica non sia stata identificata dopo la prima dose – ha dichiarato in una nota Mene Pangalos, vicepresidente esecutivo, ricerca e sviluppo biofarmaceutico di Astrazeneca – la somministrazione del programma a due dosi di Vaxzevria, come indicato, aiuta a fornire protezione da Covid-19, inclusa quella contro il ricovero nei confronti delle crescenti varianti di preoccupazione”.

Nel complesso, sono stati identificati 13 casi di trombosi dopo la seconda dose di Astrazeneca, che si sono verificati tutti entro il 1°-13° giorno successivo alla vaccinazione, su circa 5,62 milioni di persone che hanno ricevuto il richiamo vaccinale in Europa e nel Regno Unito. “Sulla base di questo livello di eesposizione, il tasso stimato di trombosi con sindrome trombocitopenica  entro 14 giorni dalla seconda dose era di 2,3 per milione di vaccinati – si legge nello studio – . In confronto, negli stessi tempi, il tasso stimato dopo la prima dose era di 8,1 per milione di vaccinati, sulla base di 399 casi identificati dopo la prima somministrazione e di circa 49,23 milioni di prime dosi somministrate”.

Nell’analisi, tuttavia, non sono stati identificati fattori di rischio specifici o cause definitive per la trombosi indotta dalla vaccinazione. “La comprensione del ruolo degli anticorpi anti-fattore 4 (PF4) nei casi di trombosi con sindrome trombocipenica è ancora in evoluzione  – spiegano gli studiosi – . AstraZeneca continuerà a svolgere e supportare le indagini in corso sui potenziali meccanismi. Inoltre, questi eventi molto rari possono essere evitati quando i sintomi vengono identificati e trattati in modo appropriato”.

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