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La prima esoluna della storia è enorme e inospitale: nuove prove grazie ad Hubble

Un team di astronomi dell’Università Columbia di New York servendosi del Telescopio Spaziale Hubble ha trovato nuove prove sull’esistenza della prima esoluna della storia, cioè il satellite naturale di un pianeta extrasolare. È grande quanto il gigante ghiacciato Nettuno e orbita a 4mila anni luce dalla Terra.
A cura di Andrea Centini
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Grazie all'occhio vigile del Telescopio Spaziale Hubble è stata dimostrata (ma non ancora confermata) l'esistenza della prima esoluna della storia, ovvero di una luna che orbita attorno a un pianeta al di fuori del Sistema solare. A individuarla due studiosi del Dipartimento di Astronomia presso l'Università Columbia di New York, Alex Teachey e David M. Kipping, che hanno “noleggiato” il super telescopio per avallare i dati raccolti l'anno precedente. Tutto è nato dalla scoperta dell'esopianeta Kepler-1625b, un gigante gassoso con una massa superiore a quella di Giove che orbita attorno alla stella Kepler-1625, una sub-gigante gialla con massa analoga a quella del Sole ma grande il doppio.

Credit: Dan Durda
Credit: Dan Durda

Analizzando le interazioni tra stella ed esopianeta, scoperto il 10 maggio 2016 dal Telescopio Spaziale Kepler, gli scienziati dell'ateneo americano si accorsero di una variazione di luminosità sulla superficie di Kepler-1625b, compatibile col transito di una esoluna ad esso legata. Poiché il cacciatore di pianeti Kepler non ha una "vista" troppo acuta, Teachey e Kipping hanno pensato di rivolgersi al potentissimo Telescopio Spaziale Hubble, che riesce a scrutare lo spazio profondo quattro volte più lontano. Per dimostrare l'esistenza della Luna dovevano ottenere due prove diverse: una riduzione della luminosità analoga a quella osservata da Kepler e una variazione oraria nel transito del pianeta, giustificata dall'interazione gravitazionale tra esopianeta e esoluna. Per intenderci, un osservatore esterno che analizza il sistema Terra-Luna troverebbe le medesime variazioni.

Benché non abbiano potuto disporre di Hubble per tutto il tempo desiderato – la presa in carico del telescopio è costosissima -, i due scienziati hanno trovato esattamente ciò che cercavano: un calo della luminosità del pianeta e un anticipo di un'ora e quindici minuti del transito. Non si tratta ancora della “pistola fumante” che conferma al 100 percento l'esistenza dell'esoluna, ma di indizi significativi che andranno confermati con ulteriori indagini, magari sfruttando l'attesissimo erede spirituale di Hubble, il Telescopio Spaziale James Webb.

Per quanto concerne l'esoluna, non si tratta di un satellite roccioso come il nostro, ma di un oggetto celeste enorme con dimensioni paragonabili a quelle di Nettuno, che orbita attorno a un “mostruoso” gigante gassoso. Si tratta di una coppia aliena e inospitale a 4mila anni luce da noi, ma in futuro gli scienziati si augurano di trovare sistemi con corpi celesti più piccoli e somigliani al nostro. I dettagli sulla prima esoluna della storia sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Science Advance.

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