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La patata d’oro che fa bene alla salute e riduce il rischio di morte è (anche) italiana

La patata d’oro è stata creata modificando geneticamente il tubero della variante “Desirée”, inserendo nel DNA i geni di un batterio. Ha un contenuto elevatissimo di vitamine E e A che non si degradano con la cottura.
A cura di Andrea Centini
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La patata d'oro è ricchissima di vitamine A ed E e le preserva anche dopo la cottura. Sono queste le caratteristiche principali di una patata geneticamente modificata realizzata nei laboratori italiani, il cui nobile scopo è proprio quello di combattere le malattie da carenze di vitamine che affliggono soprattutto i Paesi più poveri del mondo. Le patate (Solanum tuberosum), del resto, rappresentano il terzo piatto vegetale più consumato dagli esseri umani, e sebbene i tuberi siano ricchi di amido e di vitamina C, hanno concentrazioni praticamente nulle o nulle delle importantissime vitamine liposolubili A ed E.

Partendo da queste premesse, i ricercatori del Centro Ricerche Casaccia dell’Enea in collaborazione con il Centro di Ricerca per le Colture Industriali di Bologna, l'Università di Friburgo (Germania) e l'Università Statale dell'Ohio (Stati Uniti), hanno deciso di sviluppare una “super patata” ogm, la patata d'oro appunto, in grado di colmare le naturali lacune del tubero e fornire aiuto in tutto il mondo.

Ma come hanno fatto a crearle? I ricercatori coordinati dal professor Giovanni Giuliano hanno sfruttato l'ingegneria genetica, inserendo nel DNA del tubero – nello specifico dell'apprezzata qualità “Desirée” – tre geni di un batterio, l'Erwinia herbicola. Il loro scopo era solo quello di aumentare il beta-carotene, un carotenoidi precursori della vitamina A (o retinolo). È stata dunque una sorpresa veder aumentati sensibilmente anche i livelli di vitamina E.

In base ai test, infatti, è emerso che 150 grammi di patata d'oro, così chiamata per il suo colore giallo brillante, fornisce a un bambino rispettivamente il 42 percento e il 34 percento del fabbisogno quotidiano di vitamina A ed E, mentre per una donna i valori si attestano sul 15 percento e il 17 percento. Le proprietà nutritive e la loro resistenza post cottura sono state testate persino con un dispositivo in grado di simulare l'apparato digerente dell'essere umano.

Oltre che alle popolazioni colpite da carenze di vitamine, le patate d'oro potrebbero interessare anche alla NASA; del resto i ricercatori del Centro Internazionale della patata (CIP) di Lima, in Perù, stanno provando a coltivare patate in condizioni paragonabili a quelle presenti su Marte, proprio in vista di una potenziale colonizzazione del Pianeta rosso. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica PloS ONE.

[Credit: Couleur]

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